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IV CONVEGNO ECCLESIALE NAZIONALE "Testimoni di Gesù Risorto, speranza del mondo"
 La Chiesa di Verona - Il territorio - Piazza delle erbe 
Piazza delle erbe e torre dei Lamberti   versione testuale





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Piazza Erbe corrisponde all’antico foro della città romana, fulcro della vita civile, economica sociale e religiosa della città di Verona per molti secoli, dai romani agli scaligeri. La piazza conserva la lunghezza originaria di <?xml:namespace prefix = st1 ns = "urn:schemas-microsoft-com:office:smarttags" />150 m., mentre è ridotta per la larghezza di quasi la metà, in seguito alla costruzione di palazzi nelle epoche successive. Oggi il solo resto di romanità visibile è la statua femminile, di cui si servì nel 1368 Cansignorio per comporre la fontana al centro della piazza.

La statua, popolarmente detta Madonna Verona, è il simbolo e la personificazione della città. Il livello di pavimentazione della Piazza è oggi 3 metri più alto di quello romano e sono ancora visibili, protetti da vetrate, nei cortili adiacenti, tracce di pavimentazione e di edifici di epoca romana e tardo-romana. Del periodo comunale é un baldacchino in marmo posto al centro della piazza dove i signori e il podestà leggevano i proclami alla comunità. Sulla base del Capitello sono scolpite due importanti unità di misura di quel tempo: el copo , la tegola, ed el quarel il mattone, mentre su di un pilastro una catena di ferro determinava la misura della fascina di legna. Sul lato nord-est di piazza delle Erbe, il romanico palazzo del Comune è sovrastato dalla Torre del Comune, conosciuta come Torre dei Lamberti a ricordo della potente famiglia veronese che la fece erigere. Alta 83 metri, la sua costruzione fu iniziata nel 1172 con mattoni alternati al tufo. Nel corso dei secoli ha subito vari innalzamenti, in un susseguirsi di materiali e stili sempre e comunque tra loro felicemente intonati, sino al 1464 quando, con l'aggiunta della cella campanaria, è diventata la torre più alta di Verona.

Dalla cella campanaria si gode un impareggiabile panorama che dal centro città si dirama sino alle montagne circostanti. Al suo interno già nel 1295 erano state collocate le due campane che, rintoccando le ore, regolavano i ritmi della vita cittadina: Il Rengo per chiamare a raccolta il popolo, e la Marangona.
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