Ponte Pietra si trova in uno dei punti più suggestivi di Verona. Nonostante le traversie e i rifacimenti subiti, esso resta uno dei massimi monumenti della Verona romana. E’ lecito far risalire a prima del <?xml:namespace prefix = st1 ns = "urn:schemas-microsoft-com:office:smarttags" />89 a.C. – anno in cui Verona divenne colonia latina – un primo manufatto costruito a cavallo dell’Adige, fra la riva destra e la riva sinistra. Un primo ponte, forse in legno, può essere stato costruito in questo sito nel 148 a.C. Per le piene dell’Adige, o per mano dell’uomo, il ponte crollò diverse volte, l’ultima il 25 aprile del 1945 quando, minato dai Tedeschi in ritirata, fu fatto saltare: rimase in piedi solo il primo arco a destra.
Fu ricostruito fedelmente tra il 1957 e il 1959. Il secondo ponte romano sull’Adige, il ponte Postumio, andò distrutto non si sa quando e non più ricostruito da una delle frequenti piene che hanno ferito la città più volte nel corso della sua storia. Il fiume Adige, secondo fiume italiano per lunghezza e terzo per ampiezza del bacino idrografico, nasce a passo Resia in Trentino Alto Adige e termina la sua lunga corsa nel mare Adriatico a sud di Venezia. Esso ha condizionato, nel bene e nel male, la storia politica, sociale ed economica della città di Verona.
In epoca preistorica, le frequenti esondazioni creavano ampie zone paludose spesso malariche e poco praticabili, tant'è che i primi abitanti si insediarono in una posizione sopraelevata, sul colle di san Pietro. Nel I secolo a.C. Verona divenne un'importante cittadina romana abbracciata e difesa dal fiume: all'interno dell'ansa il tipico reticolo dell'urbe, fatto di strade tra loro perpendicolari con punto di intersezione nei pressi del foro romano, l’attuale piazza delle Erbe, una cinta muraria difensiva estesa da ovest verso est con due principali porte d'ingresso, Porta Borsari e Porta Leoni. Nella Verona medioevale, quando la dinastia scaligera, tra la fine del Duecento e la seconda metà del Trecento, assume un ruolo di primo piano in tutta l’Italia Settentrionale, il fiume acquista maggiore importanza strategica ed economica: una vera e propria via di comunicazione che collegava Bolzano a Venezia e che vede Verona come nodo cruciale di smistamento.