Al momento dell'inaugurazione della chiesa, nel 1974 , mancavano ancora alcuni elementi di finitura (per esempio il pavimento, realizzato solo nel 1984) e le opere esterne. Il terremoto del 1980, con l'emergenza dell'ospitalità ai senza-tetto e con la carenza di risorse disponibili per la cura dell'edificio, ha contribuito a rallentare i lavori di completamento; solo nel dicembre 1987 l'arcivescovo S.E. mons. Guerino Grimaldi ha potuto inaugurare i locali parrocchiali, sistemati negli spazi a fianco dell'aula e nell'ampio basamento sottostante.
In termini generali, la rapida realizzazione dell'aula della chiesa (assolutamente straordinaria considerando la sua complessità strutturale) è alla base di una sua duplice "fragilità".
D'altro canto,
l'assetto dei poli liturgici è stato ideato da committenti e progettisti quando la riforma post-conciliare muoveva appena i primi passi, in una fase "transitoria". A tale questione si è potuto porre rimedio in tempi recenti, con un percorso meditato e partecipato di completamento e di riassetto dell'area presbiteriale, per iniziativa dell'attuale parroco padre Ottorino Vanzaghi.
I lavori sono cominciati dal completamento della scala e della ringhiera per il sito della cantoria e dell'organo (2007), e hanno successivamente affrontato il tema della "seconda mensa" della celebrazione eucaristica, ossia
l'ambone “mensa della Parola di Dio”, dopo la prima "mensa del pane e del vino”, Corpo e Sangue di Cristo, costituita dall’altare. Questo secondo polo liturgico, che nei primi anni Settanta non era ancora percepito e richiesto dalle norme liturgiche come eminenza monumentale, è stato commissionato a Paolo Portoghesi stesso, che ha collocato l'ambone a cerniera tra l'aula assembleare e l'area presbiterale, come gli attuali orientamenti consigliano, riprendendo la morfologia della chiesa e l'ispirazione borrominiana delle curve e dei gradoni. La direzione lavori dei due interventi è stata affidata al giovane architetto frattese Giuseppe Paolillo.
Resta da affrontare il tema del battistero, per ora assente, da realizzarsi nell'area esterna nei pressi della porta di ingresso secondaria:
il vano cilindrico, destinato in una ipotetica prima soluzione a zona per il catechismo all'aperto , mai utilizzato né completato, offrirebbe una collocazione liturgica interessante secondo l’idea dell’iniziazione cristiana all’ingresso della chiesa e garantirebbe una coerenza formale con il resto del complesso, come già ha proposto in un'ipotesi di Portoghesi stesso.