L' "organismo" della chiesa – così definibile per la natura viva di "spazio pulsante" – scaturisce da sei poli a matrice circolare, modellati e interpenetrati per creare uno spazio accogliente per l'assemblea celebrante e per articolare, differenziandoli, i fuochi liturgici . Tre poli generatori irradiano la struttura di copertura, ossia le tre grandi volte gradonate che si incontrano sopra l'altare; gli altri tre poli si innalzano sopra l'aula, quasi come "dighe" a contenere e orientare la forza generatrice dei primi tre. Le tre volte sono definite metaforicamente da Portoghesi stesso (1974, p. 138) come tre alberi giganteschi, simbolo delle tre persone della Trinità, che si innestano una nell'altra andando a costituire una realtà unica nell'oculo luminoso della cupola centrale.
L'altare si trova sotto il fascio di luce di tale apertura zenitale, in una posizione baricentrica segnata e rafforzata dall'asse luminoso verticale e dalla sua compenetrazione con le volte generatrici.
La presenza eucaristica non è focalizzata solo sulla centralità della mensa, ma anche sulla
cappella del Santissimo Sacramento , unico fulcro generatore della trama che abbia un irraggiamento generatore completo, a 360°:
grazie alla sua riverberazione all'esterno e alla sua apertura verso l'aula liturgica, lo spazio del
tabernacolo esprime il concetto di «unificazione del mondo esterno e della realtà spirituale dell'interno attraverso Gesù Cristo» (Norberg-Schulz 1975, p. 75).