|
|
|
|
![Una chiesa al mese](/cci_new_v3/s2magazine/images/26/chiesalmese.jpg) |
![Un libro al mese](/cci_new_v3/s2magazine/images/26/bannerlibromese.gif) |
Area Riservata per gli incaricati diocesani
|
|
|
Il progetto ambientale ![versione testuale](/cci_new_v3/images/eye2.gif)
Il progetto della luce – che integra illuminazione naturale e artificiale – e la dimensione tattile dei materiali sono fattori decisivi per la costruzione di un ambiente accogliente al tempo stesso per l'individuo e per la comunità. Nella ricerca progettuale di Dahinden, le implicazioni percettive entrano in dialogo profondo con la liturgia: «lo spazio-chiesa non deve solo offrire al credente un luogo tranquillo e protetto, ma deve anche accogliere una valenza psich ica dell'architettura sacra che abbraccia l'uomo nella sua totalità» (Derossi, Dahinden 2000). ![](http://www.chiesacattolica.it/cci_new_v3/allegati/23059/24_intesto.jpg) Tre ampi lucernai illuminano i poli liturgici (in particolare l'ampia mensa imbandita con la tovaglia candida) ; un pozzo di luce è orientato direttamente sopra lo spazio della custodia eucaristica. L'elemento più sorprendente è però offerto dalla luce radente che piove dai lucernai perimetrali sulle pareti d'ambito dell'aula, inclinate e flesse ad avvolgere in un unico spazio i fedeli . Il rivestimento ligneo delle superfici inclinate e le partiture laterizie delle pareti verticali rendono l'ambiente caldo e domestico, sebbene le scelte formali accentuatamente poligonali rafforzano l'alterità dello spazio liturgico rispetto alla quotidianità circostante. Il calore degli interni in legno può essere considerato una delle cifre distintive dell'architettura di Dahinden, in particolare nelle chiese più note della sua maturità (Witikon, 1965, e Wildegg, 1969).
|
stampa paginasegnala pagina |
|
|
|