Il motto progettuale “camminare lungo bei muri e attraversare bei cortili” è l’espressione di come progetto ecclesiale e progetto urbano siano in forte sintonia. Secondo i progettisti, per rispondere alla modesta qualità dell’urbanizzazione diffusa che lega i piccoli centri brianzoli senza soluzione di continuità, “il progetto si propone di ritrovare una misura e un tempo necessari” (Contini et alii 2000).
La vera facciata “urbana” è costituita – nel progetto di concorso come nel progetto realizzato – dal volume del
battistero, che testimonia chiaramente, senza imporsi arrogantemente, l’identità cristiana dell’edificio. Come i battisteri delle pievi romaniche segnavano il paesaggio insediato lombardo medievale, così il cilindro laterizio del battistero è certamente il segno più riconoscibile, pur nella sua discrezione e misura, del complesso parrocchiale. Inoltre, all’angolo del
sagrato, la
torre campanaria (data dalla semplice associazione di due setti slanciati paralleli) è chiaramente riconoscibile
dalla piazza e dai dintorni.
Il
sagrato di fronte alla chiesa è un filtro essenziale tra l’esterno e lo spazio liturgico protetto: le pareti murarie sono tagliate da feritoie, che evitano l’effetto claustrofobico o autoreferenziale del sagrato, mentre l’altissimo
portico di facciata è
percepibile da una certa distanza, associando aulicità e chiarezza funzionale.
Come sopra accennato, spazi e volumi tra la chiesa, l’oratorio e il salone polifunzionale sono allineati su
via Friuli , e sono legati da un
duplice percorso: uno esterno lungo la strada, caratterizzato da una fascia muraria laterizia continua, e un percorso di attraversamento interno, porticato; entrambi rafforzano la percezione di un organismo complesso ma comunque unitario.