La rubrica ‘Una chiesa al mese’, attivata su questo sito web, risponde ad
una diffusa esigenza di conoscenza non superficiale e non generica dell’architettura sacra contemporanea. Come dire: cerchiamo di comprendere al meglio ciò che costituisce l’oggetto costante del nostro lavoro!
Per questa ragione, la rubrica si rivolge anzitutto a coloro che con noi condividono da anni lo sforzo di promuovere la qualità dell’architettura per la liturgia. Insieme a loro, ci auguriamo di motivare ed entusiasmare nel percorrere questo avventuroso viaggio, sui passi di alcuni tra gli autori più emblematici delle nuove chiese degli ultimi decenni, molte altre persone. Siano esperti specialisti o progettisti di chiese; vescovi, sacerdoti o laici cristiani; credenti o non credenti. Tutti quelli che, per un verso o per l’altro, entrano già in relazione con l’architettura sacra e sentono il bisogno di affondarvi lo sguardo in modo più accorto e fondato.
La predisposizione del materiale che pubblichiamo è a cura di Andrea Longhi, storico dell’architettura e docente presso il Politecnico di Torino, cui è stata affidata la ricerca e il ‘racconto’ delle chiese in rapporto ad alcuni fondamentali elementi: 1) i soggetti intervenuti nella realizzazione dell’opera; 2) la relazione riscontrata di volta in volta tra arte, architettura e liturgia; 3) l’inquadramento temporale, sociale e religioso del progetto e del cantiere.
La selezione delle chiese è condotta in modo tale che le opere rappresentino nell’insieme l’architettura sacra contemporanea espressasi nell’intero territorio nazionale.
Un’importante precisazione circa il metodo adottato nell’elaborazione delle schede vale a evitare equivoci e malintesi: la descrizione e l’analisi delle chiese, ma ancor prima la scelta degli edifici, sono orientate a evidenziare le particolari ragioni e i contesti in cui hanno preso corpo le opere, senza voler in alcun modo indicare modelli architettonici o liturgici cui ispirarsi. Ciò non impedisce al curatore della ricerca di porre in risalto alcuni aspetti ritenuti più qualificanti o, al contrario, più critici, sempre nell’ambito specifico di riferimento. Lo scopo ultimo, infatti, è favorire una conoscenza più accurata dell’architettura sacra contemporanea, per ampliare la riflessione e il dibattito.
mons. Giuseppe Russo