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Area Riservata per gli incaricati diocesani
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I poli liturgici devono essere opere artistiche' 
C'è poi il problema della specifica fattura dei poli liturgici: se non monumentali, spesso sono artisticamente elaborati, ma possono anche essere semplici e lineari...
«Siamo sempre stati contrari alla eccessiva monumentalizzazione dell'altare. Certamente dev'essere un luogo ben fermo, dotato di peso, di gravitas, anche per questo lo preferiamo di pietra. Può anche non avere interventi scultorei: il luogo è di per sé eloquente. Ma siamo convinti che l'argomento vada affrontato caso per caso: ogni parroco o liturgista ha le proprie idee, che vanno ascoltate. Ogni comunità parrocchiale ha le proprie propensioni e tradizioni, ogni artista una propria sensibilità. Anche per questo occorre anzitutto il dialogo. Pensiamo che sia, forse, più rilevante introdurre un'elaborazione artistica nell'ambone, piuttosto che nell'altare. Perché in quest'ultimo la materia in sé esprime un senso simbolico, sia pietra o legno. E non occorre eccedere in simboli, che sovente sono oscuri. Mio figlio Hilario, che è artista, in alcune chiese ha proposto interventi scultorei, in particolare per il crocifisso, ma tutti improntati alla leggerezza, così che l'elaborazione artistica non soverchi il senso dello spazio liturgico. In alcuni casi, come a Desio e a Cuneo per esempio, abbiamo posto un altare scolpito, in legno, in marmo, ma con levità, con le facce elaborate a drappeggio, come se fosse una tavola imbandita coperta da una tovaglia».
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