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Una chiesa al mese
Un libro al mese
Area Riservata
per gli incaricati diocesani
Valutazione   versione testuale
Un volume compatto e denso: non solo, anche propositivo. Scritto nel 1967, in epoca immediatamente postconciliare, già risponde a certe semplificazioni nell'interpretazione del legato conciliare stesso, quale può essere la riduzione della riforma liturgica alla disposizione dell'altare “verso il popolo”. La rievocazione storica è volta a superare pregiudizi diffusi in merito all'organizzazione dello spazio di culto in epoca paleocristiana. La disamina dell'evoluzione dei luoghi di culto insiste su due direttrici: 1) che tra clero e fedeli non vi dovrebbe essere una divisione; e 2) che quello della chiesa era e dovrebbe tornare a essere un luogo dinamico, non statico, in cui i fedeli si spostano per così partecipare con maggiore intensità ai momenti diversi della celebrazione.
La lezione che se ne cava è che non c'è un modello “ideale” di chiesa concretizzato in un'epoca specifica, poiché la sensibilità culturale ed ecclesiale ha dato luogo in diversi ambiti e in diversi momenti storici, a soluzioni diverse: osservando le quali oggi ci si può ispirare non per imitare opere compiute nel passato, ma per comprendere le “invarianti” che informano il luogo di culto pur nel cambiare dei tempi, ravvisabili nel dialogo serrato che sempre s'è registrato tra altare, ambone, luogo della presidenza e assemblea. Dialogo che peraltro si è modulato su diversi registri a seconda dell'epoca. La caratteristica più evidente nelle chiese “precostantiniane” consiste nella comune partecipazione tra fedeli e presbiteri alla celebrazione liturgica. Nel rispetto della evoluzione storica e della tradizione, oggi l'Autore propone di ri-interpretare la chiesa attuale, secondo i linguaggi artistici e architettonici contemporanei, rifuggendo dalle imitazioni del passato ma su di queste fondandosi, per ripresentare una chiesa dove il “popolo di sacerdoti” possa celebrare coi presbiteri, assieme rivolti a quella concretizzazione dell'Oriente che è il luogo dell'Eucaristia, inserito nella trama dei rapporti che lo legano alla globalità del complesso liturgico.
Il linguaggio di Bouyer è semplice, la comunicazione è immediata, le indicazioni concrete. Per questo la sua è un'opera destinata a restare attuale.
Un glossario in calce al volume aiuta la comprensione dei termini specialistici.
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