| | | Area riservataper gli incaricati diocesani |
|
| |
|
Home page - Un libro al mese - ARTE E ARCHITETTURA NEL FLUSSO DELLA STORIA | Arte e architettura nel flusso della storia
| Intervista a Achille Bonito Oliva* critico d'arte contemporanea
a proposito del libro “Un’avventura per l’arte sacra. Testi in L’Art Sacré scelti da P.-R. Régamey” di Marie-Alain Couturier (2011).
*Prof. Achille Bonito Oliva, responsabile scientifico del Master of Art della LUISS, insegna storia dell’arte contemporanea alla facoltà di architettura dell’Università “La Sapienza”. Pubblica numerosi saggi sull'arte contemporanea e cura mostre in Italia e all'estero (nel 1993 è curatore generale della 45esima Biennale di Venezia). Nel 1980 lancia l'idea della Transavanguardia. È consulente culturale per la regione Campania e la Metropolitana di Napoli. Direttore degli Annali delle Arti per la regione Campania, consulente per le arti della Fondazione Orestiadi di Gibellina.
| |
|
23/01/2018
Nell'architettura etica ed estetica coincidono e collaborano. Da secoli si disputa attorno al quesito se il primato in campo estetico appartenga alla pittura o all'architettura. Penso che l'arte contemporanea riesca finalmente a conciliare le divergenze grazie, a quell'intreccio che si compie con la multimedialità. L'architettura è arte in quanto le sue opere sono capaci di conciliare multiple suggestioni, ovvero visioni o stili. E se la pittura recepisce stimoli che provengono dall'architettura, questa offre la cornice entro la quale si muove la contaminazione, mutuamente fertile, di diverse forme artistiche.
|
23/01/2018
Prima che di arte cristiana, parlerei di arte “santa”. E penso che l'arte sia sempre santa, nel senso che offre un'elevazione spirituale grazie al suo linguaggio che riconduce all'assoluto. L'arte porta alla liberazione, alla leggerezza, alla sottigliezza. Questo vale per l'astratto come il figurativo.
Quando si parla di arte sacra ci si riferisce a una doppia valenza: che i temi siano riconducibili alla sacralità e che il contenuto sia capace di elevare l'animo di chi vi entra in contatto.
Se l'arte che si dice cristiana è per tradizione figurativa, ciò non toglie che possa anche esprimersi sul terreno dell'astrattismo. Per spiegare: quando si dice “cristiana” ci si riferisce alla citazione apologetica di un fatto avvenuto nella storia. Le espressioni astratte però non solo sono state accettate, ma anche favorite nell'ambito della cultura cristiana, dalla Riforma protestante. Questa ha esaltato del credente le proprie responsabilità personali, con un effetto che ritengo liberatorio. In quest'ambito ritengo che l'arte abbia svolto una funzione simile a quella di un massaggio rivitalizzante su un muscolo atrofizzato. Ha posto domande, ha stimolato il pensiero, ha liberato l'immaginazione.
|
23/01/2018
Le pitture a soggetto sacro di Rembrandt, o di tanti altri grandi autori della sua caratura, hanno anche un aspetto didascalico, che era inevitabile nell'epoca loro. Il problema è che la ricerca di questo stesso effetto didascalico oggi porta a ridurre la qualità dell'opera. La Chiesa è abituata, da secoli, ai tantissimi capolavori compiuti da grandissimi artisti su temi di carattere sacro. E questo è uno dei motivi per i quali tende a non rispettare la libertà espressiva degli artisti ed è portata a supporre di essere interessata all'obbedienza di questi. Ma la vera opera d'arte va al di là degli aspetti pedagogici, va al di là degli aspetti didascalici. Essa attinge a una finalità ben più elevata: alla purezza dell'assoluto.
|
23/01/2018
Le pitture di Rothko nella cappella di Houston creano condizioni che consentono alle persone di porsi di fronte a se stessi, nella libertà e nel rispetto verso gli altri: a qualunque religione appartengano. Sono, per così dire, al di fuori di qualsiasi dittatura o monopolio spirituale.
|
23/01/2018
Questo è stato ricercato, all'interno della Chiesa, dall'epoca della Controriforma: richiedendo agli artisti delle prestazioni specifiche e strettamente controllate. Ma proprio questo atteggiamento va contro alla libertà che è necessaria all'arte. Senza libertà, l'arte non può vivere.
|
23/01/2018
Tutto può trovare posto nelle chiese. Il design cerca nuove forme per oggetti della vita di ogni giorno. E questi, proprio grazie a tale ricerca, restano nobilitati. Vale anche il reciproco: la ricerca di oggetti nobilitati dal fatto che vengono pensati in quanto destinati alla chiesa, può dare risultati adottabili anche fuori dalla chiese.
|
23/01/2018
Gli artisti contemporanei non si sono impegnati solo nella sperimentazione, ma si sono anche dedicati alla memoria della storia dell'arte. Tutto questo assieme costituisce un armamentario adatto a proporre nuovi stimoli. Non a caso diversi autori contemporanei come Paladino, Cucchi, De Maria sono stati chiamati a operare in tante chiese, in Italia e all'estero. E hanno offerto significativi contributi, rivelando proprio le capacità che ha l'arte di rivolgersi alla santità.
|
23/01/2018
Sono note per esempio le immagini cinetiche di Bill Viola, artista con cui da tempo intrattengo un dialogo. Sono opere che creano stimoli non solo nello spazio, ma anche nel tempo. Sono coinvolgenti. Si tratta di una tecnica nuova, che offre una ripresa chiara e aggiornata della tradizione iconografica cristiana.
|
23/01/2018 Dovrebbe, nel rapporto con gli artisti, ricreare quel clima che diffonde papa Francesco. Un clima che dice apertura, serenità, disponibilità, dialogo, solidarietà, libertà. Questo è quel che genera stimoli per gli artisti. La loro missione non è di rivolgersi agli aspetti didascalici, ma di partecipare a un messaggio, di sentirsi ed essere parte di una storia.
|
| | | |
| stampa paginasegnala pagina |
| |