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 Home page - Un libro al mese - LE PIETRE E LA TESTIMONIANZA 

Le pietre e la testimonianza

Intervista a Erri De Luca*
a proposito del libro “Architettura e liturgia nella Chiesa antica”.
 
*Scrittore, ha al suo attivo decine di opere di narrativa teatro, traduzioni, poesia. Tra il 1983 e il 1984 andò in Tanzania volontario in un programma riguardante il servizio idrico di alcuni villaggi. Durante la guerra nei territori dell’ex Jugoslavia, negli anni ’90, è stato autista di camion di convogli umanitari. Il suo primo romanzo, “Non ora, non qui”, è stato pubblicato in Italia nel 1989. I suoi libri sono stati tradotti in oltre 30 lingue. Autodidatta in swahili, russo, yiddish e ebraico antico, ha tradotto con metodo letterale alcune parti dell’Antico Testamento.
 

Gli argomenti trattati nella rubrica “Un libro al mese” sono ridiscussi in interviste con diversi esperti. Ne nasce un colloquio volto ad approfondire gli argomenti esposti nei volumi. Le opinioni presentate sono qualificate ma personali, non necessariamente condivise da chi promuove la rubrica.
23/06/2017
C'è chi le chiama “capannoni” o “garage”. Se potesse immaginarsi vivere in epoca paleocristiana, come vedrebbe le domus ecclesiae dell'epoca, e da quel punto di vista che penserebbe di come noi oggi guardiano alle chiese contemporanee?

Le chiese solenni, coi soffitti alti, avevano una funzione liturgica, innalzavano sguardi, raccontavano sui muri coi dipinti le storie che la gran parte dei fedeli, analfabeti, non sapevano leggere. Oggi le vediamo come monumenti, ma quelle attuali non occorrono così imponenti. Del resto le prime congregazioni erano spartane di modi e di luoghi. Nell'Antico Testamento la divinità viaggia in una tenda insieme al popolo in marcia nel deserto. Il leggendario tempio di Gerusalemme, costruito da Salomone, resta una dimora precaria, soggetta a distruzioni. La divinità abita l'esilio nelle storie sacre, dunque può ben essere onorata in un capannone. In Tanzania molti anni fa ho assistito a lunghe funzioni religiose all'aperto, svolte con la migliore intensità di partecipazione.
 
23/06/2017
Quanto può essere eloquente e importante l'opera architettonica oggi se paragonata alla lunga prospettiva storica?
 
L'architettura sacra vuole imprimere un segno. Il colonnato di San Pietro è il più perfetto abbraccio ai devoti che lo riempiono, il duomo di Milano è un applauso levato all'alto dei cieli. I templi greci e romani erano grandiosi mattatoi di sacrifici offerti alle divinità. Oggi il sacro è meno corale e festivo, ma è più quotidiano e privato: ha meno bisogno di apparato.


 
23/06/2017

La novità del monoteismo sta nella manifestazione fisica della divinità attraverso la parola diretta. Da questo ascolto proviene la conoscenza che l'essere umano ha della divinità. Questa manifestazione contiene tutte le altre, attraverso l'udito si coinvolgono gli altri sensi, che rispondono. La pietra è superficie per la sola occasione di scrittura della divinità, è il suo dito che incide le prime tavole. La pietra sta in funzione di servizio, ancillare, rispetto alla parola.
 
23/06/2017

La vicinanza non è invasione di campo, resiste il margine che delega al ministro di culto l'impiego degli arredi sacri, la sua prerogativa resta integra, com'era un tempo. L'essenza della liturgia non cambia pur col passare delle epoche. Così come non cambia il messaggio trasmesso dai testi sacri.
 
 
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