Contributo dell'Ufficio Nazionale per la pastorale del tempo libero, turismo e sport
Nel tempo di Natale o si torna “a casa” o si fa vacanza, ci si allontana “da casa”. Ovunque si vada è il tempo per “fare casa” con Dio che ha posto la sua dimora tra noi. L’Anno della Fede ci chiede di varcarne la porta. Essa è un simbolo: rappresenta tutto ciò che si apre e che si chiude. Essa protegge l'intimità di ogni comunità, essa la apre sulla comunione. Si chiude sulla vanità e la distrazione del mondo; si apre ad ogni persona che desideri condividere lo spirito di lode e d'infanzia proprio degli uomini e delle donne di Dio. Molti scelgono di vivere questo tempo anche in luoghi diversi (monasteri, case di spiritualità, conventi).
Sono luoghi per “sentirsi a casa”:
- lì ogni viandante non è un estraneo ma avverte la “familiarità” del luogo
- il servizio che riceve non è solo un “prodotto” ma un “gesto”
- quel “gesto” richiama il “carisma” della famiglia religiosa, ordine monastico, comunità che lo ospita
- che più quella “famiglia” si apre, si allarga e più la “casa” si riempie di gioia
- che quella casa è vicina ad altre case, è inserita in un territorio con la sua storia, le sue tradizioni, le sue bellezze architettoniche,artistiche e paesaggistiche che aprono allo stupore e alla meraviglia
- che quella casa poi non nasconde la sua identità e dice a ognuno che si può “fare casa” con Dio.
Atteggiamenti
Vivere questa domenica insieme ad altre famiglie condividendo momenti di scambio, di festa, di amicizia fraterna.