La visita di Maria ad Elisabetta è in fondo un viaggio ed una sosta. Come l’Avvento è un viaggio, un cammino, un sentiero. Da sempre il viaggio è una tradizionale metafora della vita. E’ anche metafora dell’infinito andare verso gli altri. La strada, la via, il sentiero, l’itinerario sono luoghi di pensiero, di riflessione, di orientamento, di incontri, di relazioni, di comunicazioni e la ragione è semplice e grande: l’incontro con l’altro comporta un viaggio, un cambiamento, una risposta ad un invito. Come il viaggio ci porta lontano per farci essere più vicini, la relazione con l’altro ci porta lontano da noi stessi, ad uscire da noi stessi per farci essere più vicini. Ogni viaggiatore, visitatore, camminatore porta con se qualcosa. Come Maria che porta con sé una promessa, un annuncio, una certezza: la certezza di una fede che diventa Vita, Storia, Salvezza. Nell’Avvento il credente si fa pellegrino della fede: non sarà il suo “un camminare errabondi, senza una meta, ma un tendere a un luogo santo e un permanere in esso” (Cfr. Cei, Venite saliamo al monte del Signore, Nota pastorale).
Atteggiamenti
Ci potrà essere in Avvento il tempo per la “visita” ad un Santuario. “Il santuario è il luogo dell’incontro desiderato, dopo tanta strada percorsa. Il pellegrino è invitato ad immergersi nell’ambito santo, a lasciarsi guidare dallo Spirito di Gesù, anche attraverso le stesse qualità del luogo: la bellezza, la solitudine, il clima mistico, il simbolismo sacro, assaporando un’autentica esperienza religiosa” (Cfr. Cei, Venite saliamo al monte del Signore, Nota pastorale).