Il 3 settembre prossimo dalle ore 19.00, all'interno delle iniziative legate alla solennità della dedicazione della Cattedrale di Agrigento (6 settembre), verrà presentato il restauro del busto-reliquiario di Santa Rosalia.
Il bene, proveniente dalla Cattedrale dove era originariamente collocato nell'altare a lei dedicato, è ora esposto al Museo Diocesano.
L'intervento di restauro del busto-reliquario di Santa Rosalia, eseguito da Ivana Mancino, è stato condotto secondo criteri scientifici e nel rispetto dei principi e delle teorie del restauro moderno. Sono stati effettuati interventi con metodologie opportunamente studiate per restituire la corretta leggibilità dell'opera rispettandone comunque la materia originale, il valore artistico e l'esposizione museale.
Il busto-reliquiario è stato realizzato in legno di tiglio dorato in oro a guazzo, ancora presente nei capelli della santa e nella cornice intagliata della teca-reliquario, come confermato dalle indagini diagnostiche eseguite in occasione del restauro. L'abito, con la sua mantellina, il bottone e la cinta sono stati dorati successivamente al periodo di realizzazione dell'opera, probabilmente nell'anno 1770, con la tecnica dell'argento meccato decorato da una finta tessitura di colore terra d'ombra naturale e terra d'ombra bruciata. L'utilizzo dei due colori creava l'effetto reale del tessuto, conferendo a tutto il reliquiario una forte resa
realistica
. Lo scannello, realizzato nel 1770 in legno di abete, riporta l'iscrizione sul verso "D.G.G.C." riconducibile ad una probabile invocazione (Deo Gratias Gloria Christo). La data "MDCCLXX" e la scritta "S. ROSALIA VIRGINIS", in memoria del restauro e dell'inserimento del nuovo scannello.
In merito allo scultore che ha realizzato il busto-reliquiario allo stato attuate non sono stati rinvenuti documenti. Molti elementi stilistici e compositivi permettono di ricondurre la pregevole opera agli scultori Francesco e Paolo Reina, attivi in quegli anni sul territorio della diocesi di Agrigento, nel piccolo centro di Ribera.
Il culto locale verso la santa eremita si era diffuso in Agrigento fin dal 1625, come attesta la Bolla di autentica delle reliquie di Santa
Rosalia della Chiesa di San Francesco di Paola dello stesso centro. Scampato
il pericolo di peste, il 2 settembre 1626, don Corrado Bonincontro, Vicario
Generale in Sede Vacante, concede la licenza di edificare la Chiesa di Santa
Rosalia in Agrigento. Nel 1672 è documentata un'epidemia cittadina, in occasione
della quale la santa viene invocata dagli agrigentini per essere liberati. Per
il miracolo avvenuto, l'8 maggio i confratelli dell'Arciconfraternita del SS. Crocifisso decidono di istituire la
processione di Santa Rosalia, da effettuarsi ogni mese di luglio.
La prima notizia della presenza della reliquia e del suo reliquiario in
Cattedrale risale al 1677. Nella visita pastorale di Francesco
Maria Rhini (1676-1696) sono citate le reliquie della
santuzza palermitana, conservate accanto
alla Spina santa; per l'occasione il vescovo ordina di realizzare un busto reliquiario
che potesse accogliere dignitosamente questi resti sacri.
Le visite pastorali successive attestano in Cattedrale la presenza, tra Settecento e Ottocento, di un altare dedicato a Santa Rosalia. Nell'Ottocento l'altare è stato arricchito con una maestosa pala, opera del pittore agrigentino Salvatore Cardella.
La memoria di Santa Rosalia è documentata in tutto il territorio siciliano ed in particolare nella diocesi di Agrigento, tra Bivona e Santo Stefano Quisquina, luoghi del suo dominio temporale. Altre presenze legate alla devozione si trovano a Palma di Montechiaro, Racalmuto, Cammarata, San Giovanni Gemini, Alessandria della Rocca, Grotte e Sciacca.
Oltre alle numerose fabbriche costruite e a Lei dedicate, numerosi sono stati i reliquiari realizzati per l'ostentazione alla pubblica venerazione delle reliquie della Santa concesse dal Cardinale Giannettino Doria. Nascono i reliquiari "parlanti", il cui messaggio non era accostato solo alla reliquia conservata nella custodia, ma anche alla forza espressiva della rappresentazione fisica della Santa.