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Raimondo Sirotti: la Via Crucis di Giandomenico Tiepolo rivisitata   versione testuale
A quattro anni dalla sua improvvisa scomparsa, Palazzo Ducale propone una lettura complessiva della sua opera pittorica.






Si apre al Palazzo Ducale di Genova la mostra  Raimondo Sirotti (1934 - 2017) La retrospettiva, una raccolta delle opere realizzate dal Maestro nel corso della sua lunga e prolifica attività: Sirotti, negli anni in cui fu presidente dell'Accademia Ligustica di Belle Arti, collaborò attivamente con l'Ufficio Beni Culturali dell'Arcidiocesi di Genova e con il Museo Diocesano proponendo studi e rivisitazioni di numerose opere d'arte sacra conservate nelle chiese. Lo scopo era quello di tutelare i dipinti che per varie ragioni non potevano più rimanere nella sede originaria: il Maestro dipingeva quindi delle copie, spesse volte eseguite anche insieme ai suoi allievi, oppure delle personali rivisitazioni, che sono divenute, per il loro stile inconfondibile, opere di grande suggestione religiosa e artistica.

A quattro anni dalla sua improvvisa scomparsa, Palazzo Ducale propone, a cura di Matteo Fochessati con il sostegno della Famiglia Sirotti, una lettura complessiva e intensa della sua opera pittorica, con la precisa volontà di sottolineare i peculiari indirizzi tematici che ispirarono la vasta ed espressiva produzione.  La mostra si collega all'esposizione dello scorso anno, organizzata nel Museo di Villa Croce, dove la curatrice, Anna Orlando,  aveva raccolto un significativo numero di opere provenienti quasi tutte da collezioni private, per indagare la connessione che il Maestro ebbe con i grandi protagonisti della pittura barocca genovese. La ripresa del progetto prevedeva anche l'esposizione presso il Museo Diocesano della Via Crucis conservata presso la chiesa parrocchiale della Natività di Maria Santissima a Bogliasco, piccolo paese della riviera alle porte di Genova, ma la pandemia non ha permesso l'apertura contemporanea del Museo.

Il ciclo pittorico fu realizzato dal maestro nel 1991, rivisitando la monumentale Via Crucis che Giandomenico Tiepolo (Venezia, 1727 - 1804), figlio del grande Gian Battista, dipinse fra il 1747 e il 1749, opere oggi custodite nella cappella del Crocifisso (un tempo oratorio) della chiesa di San Polo a Venezia.

La pratica liturgica della Via Crucis, sostenuta da immagini che dovevano raccontare la Passione di Nostro Signore, iniziò a seguito della sollecitazione di papa Benedetto XIV (Bologna, 1675 - Roma, 1758), che la riconobbe e la istituì in occasione del Giubileo del 1750. Tiepolo fu quindi tra i primi artisti ad affrontare il tema in chiave artistica, interpretando i diversi momenti con assoluta modernità, senza diminuire il pathos della rappresentazione. La sua giovane età lo portò ad attualizzare i diversi momenti nei paesaggi della Venezia settecentesca, tra architetture e personaggi vestiti con gli abiti del tempo: notevole l'VIII Stazione nella quale Gesù incontra le Pie donne, dove l'artista raffigura le fogge dalle dame con i pregiati tessuti realizzati nella Venezia del tempo. Sirotti intuì l'uso dei toni e dei moti dell'animo e lavorò sulla realizzazione di scene definite da macchie di colore che compongono le figure senza astrarre la scena, così che si possa facilmente riconoscere il momento raffigurato. In questo mondo, l'artista contemporaneo assolve a uno dei principi fondamentali dell'arte sacra: quella di essere ispirazione di preghiera e quindi di suscitare nel fedele il sentimento di pietà e di partecipazione. Nella citata VIII Stazione, Sirotti è affascinato dalle capacità artistiche del Tiepolo e cede alla tentazione di raffigurare il bellissimo manto di velluto operato, richiamando con tracce di colore il motivo decorativo della melagrana. Ma anche nella I Stazione, Gesù condannato a morte, o nella successiva, dove Gesù è caricato dalla Croce, Sirotti ripropone le citazioni architettoniche del Tiepolo, interpretandole da eccellente accademico, in una ordinata e definita prospettiva, vivacizzata con giochi di chiaro scuro. Colma di drammaticità è la X Stazione con la Crocifissione, nella quale traspare il dolore di Maria e di San Giovanni posti ai piedi della croce, dove il corpo scavato di Gesù è colto, come lo descrive il Tiepolo, nel momento dell'abbandono.  

Il periodo della pandemia non ha quindi permesso l'esposizione delle tele al Museo Diocesano, che con l'esposizione di Palazzo Ducale e dell'Accademia Ligustica avrebbe permesso di realizzare un percorso di più ampia comprensione dell'opera di Raimondo Sirotti, artista fecondo, che mai si è risparmiato in interventi di recupero e valorizzazione del patrimonio artistico genovese e ligure e che generosamente si è messo spesso in gioco guardando il passato, riproponendolo nella sua arte con serietà e umiltà, doti che solo chi insegna con il cuore riesce a trasmettere.

 

 

 

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