La Parola che trasforma
Giovanni percorse tutta la regione del Giordano, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati, com'è scritto nel libro degli oracoli del profeta Isaia: Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri! Ogni burrone sarà riempito, ogni monte e ogni colle sarà abbassato; le vie tortuose diverranno diritte e quelle impervie, spianate. Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!
Noi crediamo
La fiducia in Dio prepara alla beatitudine dei poveri. Essi vedranno Dio.
Il desiderio della vera felicità libera l’uomo dallo smodato attaccamento ai beni di questo mondo, per avere compimento nella visione e nella beatitudine di Dio. (CCC, 2547-2548)
Con le mie opere ti mostrerò la mia fede
A Finale c’è anche il capannone che è stato messo a disposizione del coordinamento regionale Caritas per raccogliere e ridistribuire gli aiuti che arrivano. Ma c’è anche un’ottima ragione per non dubitare, casomai ve ne fosse venuta l’intenzione, di quei giovani di 20 anni tanto banalmente etichettati troppo spesso come superficiali. La buona ragione si chiama Filippo, ha 20 anni, è di Cavezzo, ha perso il lavoro, ha la casa danneggiata per il terremoto ed è qui, a spendere il suo tempo per gli altri, certo che quella, al momento, è la cosa migliore da fare. Senza esitazioni, lo dice guardandomi negli occhi, sereno e pacato, mentre organizza le scorte nel capannone. Ma voi sapete quanti ce ne sono come lui, nei campi, tra le tende, nei centri estivi per i bambini ed i ragazzi, ad accompagnare chi non ha più nulla o chi ha tanta paura? Quanti ragazzi di 20 anni stanno spendendo qui, giorno e notte, il loro tempo, fragili e impauriti loro per primi, e per primi disposti a mettersi in gioco?
Insieme a lui c’è Sandro, padre di famiglia, che abita nel bolognese “Sono in cassa integrazione – sorride – e quindi ho scelto di aiutare qui per un po’ di tempo”.
Maria Pia – Modena
Mi impegno
A non dimenticare chi – nelle regioni del nord colpite dal terremoto di maggio 2012, nell’Abruzzo colpito da quello di aprile 2009 – ancora vive nel disagio, con abitazioni e lavoro precari.
A rendermi disponibile per dare una mano, e a proporlo alle persone a me vicine, a cominciare dalla mia famiglia.
A…