Sabato 2 aprile alle ore 18.00 presso il Museo Diocesano San Giovanni sarà inaugurata la mostra personale "
Via Crucis. Xilografie di Giovanni Dettori", in occasione del tempo di Quaresima e Pasqua di quest'anno.
Dopo due anni di silenzio forzato a causa della pandemia di Covid-19, il
Museo Diocesano torna a confrontarsi con il Mistero della Passione di
Gesù attraverso l'espressione artistica. Mai come nei due anni scorsi e
ancora in queste ultime settimane, con una malattia che ha ucciso e
continua a uccidere milioni di persone in tutto il mondo e una nuova
cruentissima guerra alle porte dell'Europa, l'umanità intera è stata
obbligata a caricare sulle proprie spalle il peso della croce e a
mettersi in cammino. E quando quel fardello non è dolore fisico, diventa
sofferenza dell'anima causata dalla paura, dal lutto e dall'incertezza
per il futuro che la attende. Il dolore che fu di Gesù, uomo fra gli
uomini, sulla via che lo condusse al salvifico sacrificio supremo
diventa, oggi come sempre, il dolore dell'umanità tutta. Risuonano
potenti, a tal proposito, le parole della preghiera recentemente
composta dal vescovo di Napoli Domenico Battaglia e riproposta da papa
Francesco nel corso di un'udienza generale: «Signore Gesù, nato sotto le
bombe di Kiev, abbi pietà di noi! Signore Gesù, morto in braccio alla
mamma in un bunker di Kharkiv, abbi pietà di noi! Signore Gesù, mandato
ventenne al fronte, abbi pietà di noi! Signore Gesù, che vedi ancora le
mani armate all'ombra della tua croce, abbi pietà di noi!»
Questo stesso Signore Gesù, uomo eternamente contemporaneo piegato sotto
il peso della propria croce, è quello che ci presenta l'incisore
sassarese Giovanni Dettori nelle sue xilografie. L'artista si svincola
da una iconografia troppo spesso oleografica delle stazioni della Via
Crucis e distilla la narrazione degli avvenimenti nel puro atto del loro
compiersi. Questo progressivo processo di raffinatura della
rappresentazione porta l'artista a liberarsi anche dello spazio fisico
in cui si svolgono le scene, inghiottito da un'oscurità insondabile. Ma
la negazione di questo spazio fisico spalanca in sua vece uno spazio metafisico
nell'anima dell'osservatore in cui possono riecheggiare vividi, intensi
e allo stesso tempo intimi i rumori, le voci, le grida dell'actus tragicus.
Le scelte iconografiche vengono, infine, esaltate dal profondo dialogo
dell'artista con i legni che incide: ne scaturisce una luce che non
accarezza né avvolge le superfici delle figure con distese campiture,
bensì le innerva, quasi a volersi scindere in infinite particelle in
moto perenne.
«Guardatele queste pie donne che esclamano, non c'è alcun dubbio,
"Fillu meu!", perché tutti siamo madri quando qualcuno soffre così
vistosamente davanti a noi. E la forza di queste incisioni di Dettori è
magari proprio questa: il portato "sardo" della sua mano: la forza del
segno, l'inchiostratura potente, certi volti e certe espressioni (che
sono visive ma anche verbali) in qualche modo ambientano questa Passione
in una terra che è riconoscibile, ma anche comune. Voglio dire che
stavolta le radici sarde non fanno velo alla qualità del risultato: sono
un tutt'uno, e magari perché l'incisore ha sovrapposto quella Via
Crucis a quella di una terra, la sua terra, che di stazioni di dolore ne
ha passate tante». (Stefano Salis)
Giovanni Dettori
è nato a Sassari nel 1972 e risiede a Porto Torres. Nell'anno
accademico 1998-1999 ha conseguito il Diploma di Decorazione presso
l'Accademia di Belle Arti di Sassari. Nel 1999 ha partecipato ad uno
stage d'incisione presso EXMA Cagliari con il maestro argentino Oscar
Manesi. Incisore e disegnatore, pratica l'attività calcografica dal 1998
ed opera con tutte le tecniche. Stampa in proprio. Dal 1998 ha
allestito numerose personali e collettive. Grazie all'incontro con
Hiroaki Asahara, artista giapponese residente in Piemonte, ha appreso il
metodo di creazione di carta tipica giapponese. Grazie a questa
esperienza può realizzare la carta che utilizza per le sue stampe
calcografiche e xilografiche.
«Giovanni Dettori
possiede tecnica e sensibilità, alterna con sicurezza bianchi e neri,
ombre fosche e fasci di luce; concilia le influenze della tradizione
isolana, nell'accentuata caratterizzazione del personaggio, a quelle
internazionali "globalizzanti", con la tentata spersonalizzazione della
figura; sa mordere col carbone la carta così come col ferro il metallo
ed il legno» (Gianfranco Schialvino, Tratti e Ritratti, Fogola Editore, 2007).
Il percorso espositivo, con il patrocinio di Regione Piemonte, Provincia di Asti, Comune di Asti, Associazione Musei Ecclesiastici Italiani e Progetto Città e Cattedrali, Associazione Nazionale Incisori Contemporanei, è curato da Gianfranco Schialvino.
L'accesso al Museo
Diocesano San Giovanni avverrà secondo le attuali prescrizioni di
sicurezza: il visitatore ha l'obbligo di presentare il Green Pass
rafforzato o certificazione equipollente (esclusi i bambini di età
inferiore a 12 anni e soggetti con certificazione medica specifica) e
indossando almeno la mascherina chirurgica.
La mostra sarà aperta
al pubblico dal 2 aprile al 15 maggio 2022 con il seguente orario:
venerdì 16.00-19.00, sabato e domenica 9.30-13.00 e 16.00-19.00, nei restanti giorni
della settimana su prenotazione all'indirizzo
museo@sicdat.it oppure al 351.707.7031. Possibilità di visite guidate su prenotazione.
Per tutta la durata dell'evento l'ingresso al Museo Diocesano sarà con offerta libera.