Il culto longobardo di San Bartolomeo - spiegano gli organizzatori - si deve al recupero fatto del corpo del santo da parte del Re Sicardo che salvò le spoglie a Lipari, togliendole dalla depredazione degli arabi, e traslandole prima a Salerno e poi a Benevento nell'IX secolo. Con quello che si crede il successivo arrivo a Roma all'Isola Tiberina, intorno al 1000, il culto ebbe una grande espansione, arrivando anche in luoghi limitrofi e di passaggio come le ville non fortificate poste sulle vie consolari.
Tra l'attuale Castel Viscardo e Monterubiaglio esistevano due chiese dedicate a San Bartolomeo, entrambe sul passaggio della via consolare romana detta Traiana Nova. Della prima rimangono solo alcuni reperti – poche pietre, perché la maggior parte utilizzata per la costruzione di una torre all'interno del castello – e la zona che ancora porta questa indicazione toponomastica, con il titolo parrocchiale che poi era stato portato a Castel Viscardo.
Della seconda sono stati ritrovati recentemente parte delle mura e dell'abside, con alcuni stralci di affreschi, al di sotto della pavimentazione dell'attuale Chiesa di Sant'Antonio Abate. Entrambe erano raggiunte e segnalate dal vescovo Ponzio Perotto nel 1357 in atto di visita pastorale. Il percorso di snoda da dentro il borgo di Castel Viscardo e la sua chiesa parrocchiale, all'interno della quale è eretto l'altare Santini nel quale si trova la pala opera di Giacomo Wernle, pittore tedesco al soldo della famiglia Spada, che rappresenta San Bartolomeo e Santa Caterina di Alessandria, i santi a cui erano dedicate le antiche chiese.
Da qui si raggiungerà, attraversando Castel Viscardo, la zona nella quale scendeva la Via Traiana Nova, per poi risalire verso l'Altopiano dell'Alfina prendendo poi il sentiero che conduce verso il Paglia. Prima dell'arrivo al fiume visiteremo l'eremo nel quale si trova ancora un mulino a gore, di cui le prime notizie sono del XVI secolo.
Da Santa Rufina, a fine '500, risaliva quasi giornalmente padre Gerolamo de Assa, cappellano della Chiesa di San Bartolomeo, ormai all'interno delle mura del Castello di Viscardo. Dopo la sosta per il pranzo si riprende la strada per Monterubiaglio, borgo nel quale si visiterà la Chiesa di Sant'Antonio e i sottostanti reperti della Chiesa di San Bartolomeo di cui si hanno notizie dalla seconda metà del '200. Entrambe le denominazioni delle chiese si persero a fine '500".