Nel messaggio per la Giornata mondiale delle comunicazioni sociali Papa Francesco “indica almeno tre strade”, ha spiegato l’arcivescovo di Perugia, il cardinale Gualtiero Bassetti, ai giornalisti e operatori dei media intervenuti il 28 gennaio per il tradizionale incontro in occasione della festa di S. Francesco di Sales. La prima strada, ha detto il card. Bassetti, “si caratterizza per la promozione di una ‘comunicazione costruttiva’ che possa favorire un'autentica ‘cultura dell'incontro’; la seconda, invece, si contraddistingue con l'assoluta necessità di spezzare ‘il circolo vizioso dell'angoscia’ e la ‘spirale della paura’ che si alimenta fissando l'attenzione solo sulle cattive notizie”. Infine, la terza, “si caratterizza per la doverosa attenzione alla ‘buona notizia’ che è fonte di speranza e dal netto rifiuto, quindi, della logica ‘che una buona notizia non fa presa e dunque non è una notizia’. Tutto dipende, invece, dice Francesco, dallo ‘sguardo’ con cui guardiamo la realtà e dal modo con cui la raccontiamo e la divulghiamo”. In questa prospettiva, sottolinea ai giornalisti il cardinale, le tre strade “rimandano immediatamente al vostro lavoro quotidiano e al racconto giornaliero della realtà”. Citando l’incontro del Papa con il Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti, il cardinale ribadisce che il lavoro giornalistico “ha una funzione importantissima per la società ed è, al tempo stesso, un'attività estremamente delicata perché, se non c'è la dovuta professionalità e prudenza, c'è sempre il rischio di creare un clima d'opinione divisivo e conflittuale”.
Il riferimento è alla parte del Messaggio in cui in Papa parla di "cultura dell'incontro" e di spezzare la "spirale della paura". “Come non pensare – rimarca Bassetti -, ad esempio, alla diffusione di tutti gli stereotipi negativi nei confronti dei migranti e dei rifugiati, dei forestieri e dei poveri che come disperati bussano alle porte dei Paesi economicamente più sviluppati?”.
Allo stesso tempo, “come non pensare alle semplificazioni estreme, ai giudizi affrettati o alla ricerca, talvolta, di un sensazionalismo che banalizza tutto pur di essere rumoroso e visibile?”.
La "cultura dell'incontro" nel giornalismo si caratterizza “prima di tutto, per una narrazione consapevole e responsabile del fatto che si sta raccontando”, e, in secondo luogo, citando il Papa “dall'amore per la verità”. L’arcivescovo di Perugia a questo proposito evidenzia che “parlare oggi di verità - in un'epoca storica che alcuni hanno definito addirittura della ‘post-verità’ - potrà sembrare desueto e fuori luogo ma è, invece, di fondamentale importanza”. “Come credente, non solo come Vescovo – ribadisce -, far riferimento alla Verità significa immediatamente parlare di Gesù che è maestro, via, verità e vita. Come semplice lettore di giornali la questione, oggi, si fa invece più complicata. Soprattutto per quello che riguarda l'informazione su internet”.
Pur dichiarandosi non frequentatore del web “strumento ricco di risorse e innovativo”, Bassetti si dichiara “impressionato” dalla sempre maggiore diffusione “delle notizie inesatte che ormai hanno assunto un'incidenza pubblica di rilievo e hanno acquisito perfino un peso nelle elezioni politiche di alcune grandi nazioni”. “Non vi nascondo – commenta - che la diffusione delle ‘bufale’ è un fatto che mi addolora e mi preoccupa moltissimo perché una notizia talvolta inesatta non nasce da sola, ma è prodotta dall'animo di qualcuno che non soltanto non ama ardentemente la verità come dovrebbe ma, al contrario, desidera la falsità e la divisione tra gli uomini”.
Il ruolo cruciale e insostituibile dei giornalisti, spiega il cardinale, si esplicita con “l’onestà, la professionalità e amore per la verità” attraverso cui “avete le capacità, il discernimento e i mezzi per poter scegliere cosa raccontare e soprattutto come raccontarlo”. È questo “un grande compito e una grande responsabilità che avete nei confronti di ogni donna e di ogni uomo che vi ascolta o vi legge”. Per questi motivi, conclude l’Arcivescovo di Perugia, “Francesco ha sottolineato l'importanza della ‘buona notizia’. Non certo per addomesticare l'informazione ma perché la ‘buona notizia’ è sinonimo di speranza. E la speranza ‘è la più umile delle virtù, perché rimane nascosta nelle pieghe della vita, ma è simile al lievito che fa fermentare tutta la pasta’”.