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 Sussidio Avvento 2012 - IV Domenica
23 dicembre
 - Catechesi - 23 dicembre - IV domenica - Beata colei che ha creduto 
Beata colei che ha creduto
Beata colei che ha creduto nell'adempimento di ciò che il Signore le ha detto (Lc 1,45)
Catechesi   versione testuale
Una fede per la vita
In quest’ultima domenica di avvento la liturgia ci presenta Maria di Nazareth, madre e modello di fede per noi credenti. Nella pagina del vangelo di Luca leggiamo che Maria (dopo l’annunciazione da parte dell’angelo) «si alzò e andò in fretta» da Elisabetta che la elogia per la sua fede dicendo: «E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore che le ha detto» (Lc 1,45). Lasciamo allora che l’esperienza della fede di Maria ci accompagni in questa settimana.
 
Chi legge questa pagina del vangelo per la prima volta ha ben motivo di pensare a Maria come alla donna che si è affidata subito e ciecamente al Signore. Fin da allora era «colei che ha creduto». E in questo potrebbe sentirla anche lontana dalla personale esperienza di autosufficienza che lo trattiene “a distanza” da Dio. Infatti Maria ha creduto alla parola del Signore (nell’annunciazione) ma non sapeva fino in fondo cosa la aspettasse.
Giorno dopo giorno si chiariva ai suoi occhi e nel suo spirito la missione del Figlio, e gradualmente ella stessa come Madre si apriva sempre più a quella novità della maternità che doveva costituire la sua parte accanto al Figlio. Ella, dice il Concilio, «avanzò nella peregrinazione della fede e serbò fedelmente la sua unione col Figlio fino alla Croce». Il suo è stato un cammino di fede (LG 58; cf RM 1-20).
 
Elisabetta proclama Maria beata perché «ha creduto» ma queste parole non si riferiscono solo al particolare momento dell’annunciazione. Questo rappresenta il momento culminante della fede di Maria in attesa di Cristo, ma è anche il punto di partenza, da cui inizia tutto il suo cammino di fede. La vediamo infatti poco più tardi udire altre parole, quelle pronunciate da Simeone al tempio di Gerusalemme: «I miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli: luce per illuminare le genti» (Lc 2,30), e poi rivolto a Maria «E anche a te una spada trafiggerà l’anima» (Lc 2,34). Le parole di Simeone risuonano come un secondo annuncio a Maria, perché le indicano la concreta dimensione storica nella quale il Figlio compirà la sua missione, cioè nell’incomprensione e nel dolore. Infatti, dopo la visita dei Magi, Maria insieme al bambino deve fuggire in Egitto sotto la protezione di Giuseppe, perché Erode cercava il bambino per ucciderlo (Cf Mt 2,11).
 
Nel periodo della vita nascosta di Gesù a Nazareth, Maria rimase nell’intimità col mistero del suo Figlio, e avanzava nel suo itinerario di fede, man mano che Gesù «cresceva in sapienza e grazia davanti a Dio e agli uomini» (Lc 2,52).
Ne abbiamo conferma quando, ritrovato nel Tempio, alla domanda della madre: «Perché ci hai fatto così?», Gesù dodicenne rispose: «Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?», l’evangelista aggiunge: «Ma essi (Giuseppe e Maria) non compresero le sue parole» (Lc 2,48). Dunque Maria viveva nell’intimità con questo mistero solo mediante la fede. E avanzando nella peregrinazione della fede!
E così fu anche durante la vita pubblica di Cristo (Mc 3,21) per cui di giorno in giorno si adempiva in lei la benedizione pronunciata da Elisabetta nella visitazione: «Beata colei che ha creduto».
Tale benedizione raggiunge la pienezza del suo significato, quando Maria sta sotto la Croce (Gv 19,25). Qui Maria serbò fedelmente la sua unione col Figlio (Cf LG 58) e, mediante la fede, partecipò allo sconvolgente mistero della spoliazione del Figlio (cf Fil 2,1-11).
Così in questa sua peregrinazione della fede Maria, non solo partecipava al mistero di Cristo, ma lo rendeva presente agli uomini. E ancora continua a farlo.
 
In questo senso Maria ci accompagna nella IV settimana di avvento e nell’anno della fede che abbiamo appena iniziato (Cf PF 13).
Con Lei comprendiamo più facilmente come la fede sia un continuo convertirci a Dio, un continuo consegnargli il cuore, cominciando ogni giorno, in modo nuovo, a vivere la fatica di credere, di sperare, di amare e di esistere per gli altri per tutta la vita.
 
Così viene il Regno! Così continua a nascere Gesù!
 
Attività/esperienze: confrontarci con l’esperienza di fede di Maria per crescere nella fede e comprendere Gesù-il Messia che illumina ogni tempo.
 
L’esperienza di fede di Maria ci aiuta a comprendere ulteriormente la persona di Gesù, il Messia che dà inizio a una comunità di credenti nella paternità di Dio il cui segno è la fraternità, e alla grande speranza di solidarietà che trasforma il mondo e lo rende più umano. In questo senso la chiave di comprensione di Gesù è che Lui è luce: tutta la sua vita di fede è una sapienza che illumina ogni secolo.
 
Adulti
 
Leggiamo la riflessione sull’esperienza di fede di Maria “Una fede per vivere”. Poi ciascuno esprime la frase che richiama maggiormente la sua attenzione e ne condivide il motivo.
 
Confrontiamoci con l’esperienza di fede di Maria: che cosa ci dice? a che cosa ci invita?
 
Alla luce del percorso catechistico proposto nelle precedenti settimane di avvento, confrontiamoci sulle seguenti affermazioni:
-          Gesù è Luce che illumina ogni tempo perché è il Messia che dà inizio ad una comunità di credenti nella paternità di Dio il cui segno è la fraternità.
-          Credere è sperare (e impegnarsi) nella venuta del regno di Dio.
-          Cresciamo nella fede quando scopriamo in noi il desiderio di condividere il cammino di Gesù, la solidarietà con gli ultimi fino alla croce.
 
Due volontari del gruppo collaborano con i catechisti dei ragazzi ad illuminare il plastico del territorio o a disegnare luci sul cartellone.
 
Ragazzi
 
I catechisti presentino “ a misura di ragazzi” l’esperienza di fede di Maria, evidenziando come ella sia rimasta sempre accanto a Gesù-il Messia che con la sua vita illumina il mondo in ogni tempo.
Per questo “le luci” completeranno il plastico o il cartellone del cammino di avvento.