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 Sussidio Avvento 2012 - III Domenica
16 dicembre
 - Lavoro e festa - 16 dicembre - III domenica - Che cosa dobbiamo fare? 
Che cosa dobbiamo fare?
Beati coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano (Lc 11,28)
Lavoro e festa   versione testuale
Contributo dell'Ufficio Nazionale per la pastorale del tempo libero, turismo e sport
 
Alle folle al seguito di Giovanni il Battista che chiedevano: “Cosa dobbiamo fare?” oltre alle risposte del precursore ci sono quelle della liturgia: “Rallegratevi. Gridate di gioia. Esultate. Siate lieti. Cantate”. Perché il Signore è vicino. La festa preparata e “vegliata” ha ormai una sua caratteristica: non è un tempo vuoto, un tempo perso, un tempo inutile. O meglio è in-utile, perché non finalizzato ad un guadagno, alla produttività, all’accumulo, ma alla gratuità. Il tempo libero, la festa, lo sport, il gioco sono esperienze di gratuità, di in-utilità. Allora gioia e festa  saranno il “non lasciarsi cadere le braccia” (cfr. Sofonia, prima lettura)  quando si è stanchi e delusi; gioia e festa sarà “non angustiarsi per nulla” (cfr. S.Paolo, seconda lettura) cioè liberarsi dalla prigionia del malessere; gioia e festa significherà “rendere nota la propria affabilità” (cfr. S.Paolo, seconda lettura) vincendo la distanza, l’astiosa ritorsione; liberando spazi di esistenza da donare agli altri (stima, gratitudine, riconoscenza, attenzione rispettosa, amore generoso e paziente).
 
 
Atteggiamenti di risposta al “che fare”
 
Dedicare parte del tempo libero in Avvento alla cura delle relazioni familiari, amicali, di vicinato, di condominio favorendo momenti di condivisione e gratuità: portare la festa da chi non può far festa perché malato, solo, abbandonato, triste.