·L’antifona d’ingresso Gaudete tratta da Fil 4,4.5, unitamente ai testi della liturgia della Parola, caratterizza questa domenica improntata all’atteggiamento della gioia e della consolazione che scaturiscono dalla convinzione che il Signore è vicino. È possibile fare affidamento anche al linguaggio cromatico per dire la novità della venuta del Signore che riempie i cuori di letizia: il colore rosaceo per le vesti liturgiche, suggerito per questa domenica, temperando la “serietà” del viola, segna la metà del cammino e prelude all’incontro festoso con il Signore che l’Eucaristia nel tempo fa pregustare.
·L’omelia può far cogliere il sapore squisitamente catecumenale della domanda delle folle al Battista: «Che cosa dobbiamo fare?” (Lc 3,10). È la stessa domanda che viene posta a Pietro e agli altri apostoli dopo l’annuncio centrale della fede (cfr. At 2,37). Senza scadere in un elenco moralistico l’omelia può aiutare i fedeli a comprendere che soltanto l’incontro con la novità di Dio suscita la decisione che impegna la vita. Una decisione autentica e concreta e che riguarda ogni situazione e contesto di vita.
·La gioia per la vicinanza del Signore, secondo l’apostolo, si deve accompagnare alla serenità nell’affrontare le prove della vita e nel rivolgere con fiducia la preghiera al Signore. La preghiera dei fedeli può prendere le mosse da questa esortazione paolina e raccogliere, in forma orante, le “angustie” della comunità e del mondo.