Abitanti Digitali Convegno nazionale
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21 maggio 2011
Informare e formare col web   versione testuale






di Giacomo Gambassi
Rivoltella (Cattolica): dalle competenze tecniche alla «saggezza digitale».
Silvestri (Cei): webmaster cattolici al servizio della comunità
 
I n mano hanno il pc portati­le o l’iPad. E con gli occhi spaziano fra il chiostro e la chiesa dell’Abbazia cistercen­se di Fiastra, a pochi chilome­tri da Macerata. In fondo è que­sta la sfida che attende i «testi­moni digitali»: saper unire i nuovi linguaggi della Rete con l’annuncio senza tempo del Vangelo. Com’è accaduto ieri al Convegno Cei «Abitanti digita­li » in cui la tecnologia già en­trata nelle diocesi e nelle par­rocchie si è sposata con l’ere­dità di un’oasi spirituale.

«Ma ora da abitanti digitali oc­corre diventare lavoratori digi­tali », sintetizza con una battu­ta

Pier Cesare Rivoltella,
do­cente di didattica e tecnologie dell’istruzione alla Cattolica di Milano, concludendo il suo in­tervento sulla «formazione al tempo dei social network». Cer­to, prima serve avere chiari gli obiettivi. Per il cattolico che si tuffa nel web, non basta cono­scere le nozioni di base o esse­re in grado di aprire un profilo su Facebook. Anzi, le sole com­petenze tecniche possono pro­durre gravi danni perché «non ci si rende conto della respon­sabilità di ciò che viene fatto», afferma il docente. Invece c’è bisogno di acquisire la «sag­gezza digitale», ossia la capa­cità di elaborazione critica den­tro la Rete, oppure essere addi­rittura «leader digitali», vale a dire persone che sanno dove si vuol andare magari con uno stile - proprio del testimone ­che è quello del «camminare in punta di piedi».

Anche così «può essere ridotta la distanza fra la Chiesa e i na­tivi digitali», sottolinea don I­van Maffeis, vice direttore del­l’Ufficio nazionale per le co­municazioni sociali, che coor­dina i lavori del Convegno. E online la comunità ecclesiale c’è. A partire dai siti. Per una diocesi, il primo riferimento è il proprio 'portale' istituzio­nale che «definisce l’identità sul web», chiarisce Leo Spada­ro ,

consulente del Servizio informatico Cei. E anche le par­rocchie dialogano con la Rete. «Per informare su servizi e ini­ziative, per mobilitare i fedeli ma anche per creare nuove for­me di prossimità», aggiunge Ri­ta Marchetti , ricercatrice in so­ciologia dell’università di Pe­rugia.

Una scommessa è il sito par­rocchiemap. it, primo atlante online delle 25mila comunità parrocchiali italiane: una delle novità appena attivate è l’sms per ricevere sul cellulare l’ora­rio delle Messe più vicine. Al­tra frontiera è la formazione a distanza che vede in prima li­nea la Weca, l’Associazione webmaster cattolici italiani, di cui ieri sono state presentate le numerose esperienze da Gio­vanni Silvestri, responsabile del Servizio informatico Cei. Un ulteriore esempio di 'tele­didattica' è quello di Padova ­raccontato da don Marco Sa­navio

- dove l’Azione cattolica è stata impegnata nell’e-lear­ning con 500 iscritti.