Rivoltella (Cattolica): dalle competenze tecniche alla «saggezza digitale».
Silvestri (Cei): webmaster cattolici al servizio della comunità
I n mano hanno il pc portatile o l’iPad. E con gli occhi spaziano fra il chiostro e la chiesa dell’Abbazia cistercense di Fiastra, a pochi chilometri da Macerata. In fondo è questa la sfida che attende i «testimoni digitali»: saper unire i nuovi linguaggi della Rete con l’annuncio senza tempo del Vangelo. Com’è accaduto ieri al Convegno Cei «Abitanti digitali » in cui la tecnologia già entrata nelle diocesi e nelle parrocchie si è sposata con l’eredità di un’oasi spirituale.
«Ma ora da abitanti digitali occorre diventare lavoratori digitali », sintetizza con una battuta
Pier Cesare Rivoltella, docente di didattica e tecnologie dell’istruzione alla Cattolica di Milano, concludendo il suo intervento sulla «formazione al tempo dei social network». Certo, prima serve avere chiari gli obiettivi. Per il cattolico che si tuffa nel web, non basta conoscere le nozioni di base o essere in grado di aprire un profilo su Facebook. Anzi, le sole competenze tecniche possono produrre gravi danni perché «non ci si rende conto della responsabilità di ciò che viene fatto», afferma il docente. Invece c’è bisogno di acquisire la «saggezza digitale», ossia la capacità di elaborazione critica dentro la Rete, oppure essere addirittura «leader digitali», vale a dire persone che sanno dove si vuol andare magari con uno stile - proprio del testimone che è quello del «camminare in punta di piedi».
Anche così «può essere ridotta la distanza fra la Chiesa e i nativi digitali», sottolinea don Ivan Maffeis, vice direttore dell’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali, che coordina i lavori del Convegno. E online la comunità ecclesiale c’è. A partire dai siti. Per una diocesi, il primo riferimento è il proprio 'portale' istituzionale che «definisce l’identità sul web», chiarisce Leo Spadaro ,
consulente del Servizio informatico Cei. E anche le parrocchie dialogano con la Rete. «Per informare su servizi e iniziative, per mobilitare i fedeli ma anche per creare nuove forme di prossimità», aggiunge Rita Marchetti , ricercatrice in sociologia dell’università di Perugia.
Una scommessa è il sito parrocchiemap. it, primo atlante online delle 25mila comunità parrocchiali italiane: una delle novità appena attivate è l’sms per ricevere sul cellulare l’orario delle Messe più vicine. Altra frontiera è la formazione a distanza che vede in prima linea la Weca, l’Associazione webmaster cattolici italiani, di cui ieri sono state presentate le numerose esperienze da Giovanni Silvestri, responsabile del Servizio informatico Cei. Un ulteriore esempio di 'teledidattica' è quello di Padova raccontato da don Marco Sanavio
- dove l’Azione cattolica è stata impegnata nell’e-learning con 500 iscritti.