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 Congresso Eucaristico Nazionale - Catechesi - Un annuncio che ci tocca 
Un annuncio che ci tocca   versione testuale

“Più che una strategia pastorale, l’annuncio è l’espressione semplice, limpida di quello che siamo”. Ne è convinto monsignor Mario Meini, vescovo di Fiesole e vicepresidente della Cei, che ha tenuto questo pomeriggio la catechesi nella chiesa di Santa Maria di Castello, la più antica chiesa di Genova a fregiarsi del titolo mariano. “Noi siamo l’annuncio, non per nostro merito ma perché Lui ci ha trasformato”, ha detto il presule nella catechesi pronunciata interamente a braccio e rivolta in particolare al centro est e alla zona di San Fruttuoso. ”Non dobbiamo illuderci – ha proseguito – che siano le nostre parole, il nostro impegno a fare l’annuncio: è la forza profonda del sacrificio che celebriamo, è l’evento pasquale di Cristo che è già annuncio. E Lui che ci convoca”. E questo annuncio “non è vano, entra nella nostra vita, ci tocca”, ha assicurato il presule, soffermandosi sul legame tra l’annuncio e la misericordia. “Quando siamo credibili come comunità riunita intorno all’altare?”, ha chiesto il presule ai presenti sollecitando un esame di coscienza e spiegando che “la vera partecipazione consiste nel lasciarci interiormente trasformare dal Sacramento e condividere con gli altri la gioia di aver partecipato alla comunione con il Corpo di Cristo”. “Quanto volte le nostre assemblee, prima che inizi la celebrazione, sembrano la piazza del mercato?”, la denuncia di Meini, che ha esortato ad avere più cura nel preparare le celebrazioni eucaristiche quotidiane. Soprattutto quelle in cui ci sono “persone che ordinariamente non frequentano la Chiesa”, come accade a volte nei matrimoni o nei funerali, durante la Notte di Natale o di Pasqua e nelle feste patronali.

(Michela Nicolais)