(Rubrica a cura di Antonio Genziani)
Il volto di Maria: Bellezza e misericordia.
Sandro Botticelli
La Madonna del Magnificat
Tempera su tavola - diametro 118 cm – 1481
Galleria degli Uffizi di Firenze
L’artista
Sandro Filipepi, detto il Botticelli, nasce a Firenze nel 1445 da Mariano Filipepi - conciatore di cuoio e pellami - e da Monna Smeralda, sua moglie. Ultimo di quattro figli, abita in una casa in affitto vicino alla chiesa di Ognissanti, insieme ai fratelli Giovanni, Simone, che diventerà seguace del Savonarola, e Antonio - orafo detto “Batticello” o “Battiloro” da cui deriva il soprannome che sarà poi adottato da tutti i fratelli.
L’opera
Per poter comprendere il significato di quest'opera bisogna far riferimento al Vangelo di Luca (cap. 1, 39-56). Botticelli non ha voluto raffigurare il momento dell'incontro di Maria con sua cugina Elisabetta o il momento in cui Maria innalza a Dio il canto del Magnificat; ha scelto un momento successivo alla nascita di Gesù bambino. Mi piace interpretare in questo modo l'intuizione dell'artista: Maria può vedere, sperimentare, stringere a sé il frutto dell’annuncio dell’angelo e sente il bisogno di porre per iscritto il suo canto di lode (scrive il Magnificat mesi dopo il suo canto).
Maria
Maria è il personaggio centrale che domina lo spazio di questo tondo. Ciò che colpisce di Maria è la compostezza, l’equilibrio, l’armonia; la sua è una presenza discreta, silenziosa, meditativa, che non si impone.
I significati della scrittura nell’esperienza vocazionale
Nel suo vangelo Luca narra il canto del “Magnificat”. Con questo scritto Maria diventa esempio e modello, punto di riferimento per ogni vocazione. Papa Francesco ci invita a fare nostro l’atteggiamento di Maria, a rileggere e contemplare con il suo sguardo la storia della sua e della nostra vocazione.
Al Botticelli non interessa riportare sulla tavola l’incontro tra Maria ed Elisabetta, lui ha voluto raffigurare insieme Maria e Gesù, l’accettazione e il compimento dell’annuncio dell’angelo, il Figlio di Dio, frutto della misericordia.
L’artista ora ritrae Maria mentre mette per iscritto la propria storia.
Ci piace sostare sul versetto che cita “ricordandosi della sua misericordia”: Maria, volto della misericordia, porta Dio nel proprio cuore, lo accoglie tra le sue braccia, comprende la grandezza di ciò che il Signore compie in lei, rendendola partecipe del suo progetto.
E invita ciascuno di noi a scrivere il “Magnificat”, a riconoscerlo presente nella nostra storia.
Quest'opera è un invito ad approfondire un aspetto importante nel discernimento vocazionale, lo spunto per rileggere nella propria storia ciò che Dio opera e ha operato nella vita di ciascuno di noi e, perché no, a scrivere a noi stessi e agli altri e a vivere su di noi lo sguardo della sua misericordia.
Perché c'è bisogno di mettere per iscritto esperienze, gli eventi della propria vita personale?
Per noi stessi, per dare un nome ai nostri sentimenti (ciò a cui possiamo dare un nome, delimitandolo in qualche modo, fa meno paura) e per farne memoria nei momenti di stanchezza, di dubbio, di solitudine, di abbandono, ma anche e soprattutto per “magnificare” nel senso di magnum facere (rendere grande) Dio per tutte le cose belle che opera nella nostra vita, della misericordia su di noi.