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Pietro e Giovanni   versione testuale

PIETRO E GIOVANNI: una nuova chiamata ad essere Chiesa.

 

Un viaggio a Firenze nel 1860 è l’occasione per conoscere le opere dei grandi pittori italiani. Studia architettura e poi, nel 1872, entra all'Ecole Nationale des Beaux Arts. Ha come modelli di riferimento pittorico Courbet e Millet, esponenti del Realismo francese e conosce gli artisti del movimento.

L'opera

Di primo acchito, se non se ne conosce il titolo, è difficile comprendere il significato di questo quadro. Infatti, non c'è nessun elemento che lo identifichi, sfiderei chiunque a riconoscerlo.

 

Riflessione e approccio vocazionale. La chiamata è una risurrezione  

       

La corsa dei due discepoli verso il sepolcro vuoto mi fa pensare a una nuova chiamata a essere Chiesa, chiamata che non è rivolta singolarmente a un persona, ma a tutti. Questi due discepoli ci mostrano come essere Chiesa in uscita e ci riportano a Papa Francesco, quando afferma: "Preferisco una Chiesa accidentata che va fuori, estroversa che chiusa in sé stessa..."

 

Come sappiamo, i due discepoli erano chiusi nel cenacolo per paura dei giudei. Questo annuncio di risurrezione li coglie di sorpresa nelle loro paure, tra delusione e ripensamenti. La tentazione più frequente è quella di chiudersi, di rimanere barricati, isolati, incapaci di comunicare, disperati. è bello vedere come questo annuncio li apre alla vita, a un nuovo modo di essere Chiesa. Allora mi piace pensare a una nuova chiamata anche per noi, comprendere che è una risurrezione, un ritorno alla vera vita.

Essere chiamati e uscire da sé stessi, è compiere un esodo. Questi due discepoli, attraverso le loro storie ed esperienze, sanno compiere questo passaggio, questa uscita.