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Il sogno di San Giuseppe   versione testuale

Il pittore Georges De La Tour (1593-1652) dipinge il “Sogno di San Giuseppe” con l’apparizione dell’angelo tra il 1630 e il 1635.
L’opera attualmente si trova nel Museo des Beaux Arts di Nantes.

L’opera
Il dipinto di Georges De La Tour ripropone un episodio del Vangelo, il “Sogno di San Giuseppe” con l’apparizione dell’angelo. L’impressione, a prima vista, è di trovarsi di fronte a un quadro semplice, di facile lettura, che rappresenta una scena di vita quotidiana: un tavolo sullo sfondo, due soli personaggi, un vecchio e un giovane, in una stanza alla luce di una candela. Alcuni particolari: un candeliere di rame con una candela accesa appoggiato sopra al tavolo, 
delle forbici. Lo spazio compositivo è quasi interamente occupato da Giuseppe e dall’angelo, in uno stile senza ornamenti, sobrio, lontano dalle visioni di angeli con ali tra le nuvole e santi con aureole. Un’essenzialità che si riscontra anche nell’uso dei colori: nero, marrone e ocra.
Riflessioni e approccio vocazionale
Il fascino del silenzio
Accade a Giuseppe ciò che già è accaduto a Maria. Anche lui riceve l’annuncio e la chiamata. Giuseppe è visto spesso come una figura marginale; a noi, invece, piace vederlo protagonista, con un ruolo importante, fondamentale nella storia della salvezza, che esprime pienamente la paternità andando oltre una paternità biologica.
Allora, se è importante il sì di Maria, lo è anche quello di Giuseppe, che si affida liberamente al mistero perché è in grado di seguire quella voce che risuona nel suo cuore e nei suoi sogni.
Nei Vangeli non è riportata parola detta da Giuseppe. Giuseppe non parla, è uomo concreto, di azione, che mette in pratica la Parola.Questo quadro ci dà l’occasione per riflettere sul valore del silenzio nell’esperienza vocazionale, per cercare uno spazio dove far “risuonare” la Parola e sciogliere dubbi e paure che inevitabilmente si pongono nella scelta della propria vocazione. È in questo spazio vuoto che Giuseppe trova la Parola; Giuseppe di cui conosciamo l’obbedienza, i gesti d’amore compiuti.
Nel silenzio e nella solitudine che circondano questo “giovane” che vede svanire il futuro, il suo progetto di vita, riconosciamo l’agire di Dio. E ora Giuseppe agisce: quanto è importante il silenzio per il chiamato! Giuseppe si addormenta: il libro sulle ginocchia, alla ricerca della risposta, la volontà di Dio che non si fa attendere!