Tu sei il figlio, l'amato Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio (Mt 5,9)
Lavoro e festa
Contributo dell'Ufficio Nazionale per la pastorale del tempo libero, turismo e sport
La festa del Battesimo del Signore chiude il tempo di Natale. E nello stesso tempo apre la comunità cristiana alla normalità della sua vita, della sua attività, della sua missione. E’ il profeta che ci invita a portare la festa nel quotidiano: “Sali su un alto monte, tu che annunci liete notizie a Sion! Alza la tua voce con forza, tu che annunci liete notizie a Gerusalemme. Alza la voce, non temere; annuncia alle città di Giuda: «Ecco il vostro Dio!” si eccolo il nostro Dio: si mescola tra la folla, e che tipo di folla, bisognosa di cambiamento. E scopre che è Lui il cambiamento, che è Lui il perdono, che è Lui la verità, che Lui è la salvezza e la felicità sognata. Lui è la “consolazione”. Lui, il Figlio, l’amato. Dio con noi. Lui è la vita. E’ la festa. E’ la gioia. E’ la pace. E’ il figlio amato. Per lui si aprono i cieli e tutto ha il sapore del cambiamento e di un inizio. Si “apre” un tempo nuovo. Immerso nei fiumi della storia, attraversato il “proprio Giordano”, segnato, “marchiato” anche lui nel Battesimo, il credente inizia la sua avventura sapendo di concluderla con una “festa” che non ha mai fine.
Atteggiamenti
Provare a portare la “festa” nel quotidiano facendo sentire amato chiunque si incontra. Vivere da battezzati: rendere presente Gesù Cristo nei luoghi della vita, trasformando i luoghi del quotidiano in scenari festosi dove l’uomo ritrova se stesso e il credente dà testimonianza della presenza e dell’azione di Dio nella vita di ogni uomo, anche quando gioca, si diverte e fa sport. Scriveva Schiller: “L’uomo gioca solo quando è uomo nel pieno significato della parola ed è completamente uomo solo quando gioca”.