Contributo alla Veglia di Capodanno
Il Natale è il tempo dell’incontro con il Figlio di Dio fatto uomo. La presente proposta è una sorta di oratorio composto dalla voce della comunità che interroga i testimoni evangelici di questo incontro, per riviverlo nella fede. Un presepe parlante che può essere reso attraverso le figure dei testimoni dell’Agnello.
1° testimone dell’Agnello: Maria incontra la Parola di Dio
(può essere portata un’icona, una statuina del presepe o anche un pezzo di un poster con la figura della Vergine)
L’angelo entrò nella mia casa, come un raggio di sole, ma ben presto sembrò stendere il grigiore sulle cose, sui volti. Dio guarda me, manda a me un messaggio. Chi sono io per essere degna di ciò che ai profeti, ai patriarchi, ai nostri padri fu rivolto? Una chiamata…
Io sono una piccola fanciulla, appena appena sono diventata donna. Non ho viaggiato, non conosco il mondo, non so altro che questo villaggio di Nazaret. Eppure questo piccolo mondo è stato invaso dalla sua presenza.
Come non sentirsi fragili, come una foglia che stormisce di fronte al vento fresco di Primavera?
Era Primavera… ma il primo impatto fu gelido e forte. Mi sentii confusa. Troppo grande questo saluto, questo messaggio. Io, madre….e come? Io, tenda piena della gloria di Dio?
Io….io non dissi nulla, oltre che mostrare il mio grembo intatto, il mio cuore terso, pieno di amori teneri e di pudori naturali… Io non dissi più io… dissi: Eccomi. Fa’ di me quello che vuoi, quello che desideri…lascia che il mio fiore diventi il tuo frutto, che la mia vita diventi la tua, è tua….Eccomi, sono la tua serva…il resto è grazia, è futuro, è storia.
L’angelo partì, lasciando nella pace il mio cuore, ma intorno un grande silenzio… Mi sembrava che tutto mi guardasse: la brocca, il pane, l’orcio, la lucerna….tutto verso di me…l’universo mi contemplava e sorrideva… E una gioia immensa dal mio grembo si diffondeva repentina e coinvolgente su tutta la casa, la mia casa, il tempio della gioia.
A colloquio con Maria
Dimmi, dolce Maria
a cosa pensavi
quando l’angelo di Dio
venne da Te…
stupore, paura, turbamento…
come tutti noi sorpresa…
Dimmi Maria,
come sono le improvvisate di Dio,
come è bello lasciarsi spiazzare dalle azioni…
come è suadente lasciarsi cullare dalle sue dolci parole…
Dimmi Maria,
come è dolce lasciarsi amare da Dio…
2° testimone dell’Agnello: Giuseppe incontra il sogno di Dio
(può essere portata un’icona, una statuina del presepe o anche un pezzo di un poster con la figura di S. Giuseppe)
Voce di Giuseppe.
Io sono un carpentiere. Sono abituato a toccare superfici rugose, legni stagionati, a rendere levigato ciò che è corrugato, a smussare le superfici aspre, ma quell’evento non poteva non far nascere in me un groppo in gola. Come Maria, una ragazza così pura, così sincera…Come poteva avermi nascosto qualcosa? Come avrebbe potuto tradire la mia fiducia? Non riuscivo a credere all’evidenza. Passai giorni di inquietudini, ore di ansia e di angoscia. Cosa fare? Come rispettare la legge di Dio che mi invitava a ripudiarla? Come esporre una creatura da me amata? Cosa era successo di così terribile, unico, irreversibile? La mia mente vagava nel buio… Non trovavo risposte…
A volte la vita ci tenta, ci mette contro ciò che amiamo: o contro Maria o contro Dio; la vita ci mette contro noi stessi, contro ciò che abbiamo desiderato e sperato, scomponendo un rompicapo già difficile solo da immaginare.
Quando ci sono in ballo cose care non sempre siamo lucidi per poter scegliere. Tra un se e un ma, mi addormentai, pensando all’innocenza di Maria, alla bontà di Dio, alla mia povera fedeltà.
Ma ecco che nel sogno, quel sogno turbato, Dio venne a farmi il suo annuncio, a manifestarmi che nelle evidenze contrapposte c’è spazio solo per Dio, colui che rende possibile l’impossibile.
Dio svela il suo mistero, abitando i sogni degli uomini. Il mio sogno era Maria e una vita serena con lei, una vita benedetta di Dio, una vita consacrata a Lui, al suo amore, ma Dio venne ad abitare quel sogno rendendolo anche il sogno suo. L’angelo brillò nelle tenebre del mio cuore e mi disse: “Non temere, di prendere con te Maria”.
Con Me, questo il desiderio, condividere i giorni, la mensa, la preghiera, la speranza, spezzare la vita con Maria.
Maria genererà il Dio-con-noi, l’Emmanuele, la presenza di Dio in mezzo al suo popolo, fatta non più di pietre come il tempio, ma di carne.
Maria con me, Dio con noi, io umile servo del mistero più grande. Mi svegliai ed obbedii senza paura e senza affanno.
Dio abita anche i vostri sogni e vi chiede come a me, come a Maria di renderli disponibili al suo sogno: la salvezza del mondo.
A colloquio con Giuseppe
Giuseppe,
innamorato di Dio e della vita,
sposo nel Signore di Maria,
educatore di Gesù,
aiutaci a vivere i sentimenti dell’affetto matrimoniale
e familiare;
non come egoismi, ma come generosità,
non come chiusura, ma come apertura alla vita,
al futuro, all’amore, alla fede.
Mostraci il volto del bell’amore
che non chiede solamente,
ma dona incessantemente. Amen.
3° testimone dell’Agnello: i pastori incontrano la luce che li avvolge
Voce dei pastori.
Noi come gufi vegliamo nella notte e in particolare quella notte, mentre in questo modo si vegliava facendo la guardia al nostro gregge, accadde l’evento che riscattò le nostre persone e oserei dire l’intera categoria dei pastori. Noi abbiamo precedenti illustri, Mosè, Davide, ma viviamo, sulle balze scoscese e brulle alquanto lungi da Betlemme, lontani dai palazzi dei signori e dai luoghi dei potere dei gran sacerdoti dalla reggia sontuosa di Erode, rifulse una grande luce. Eppure proprio a noi, in quella notte un annuncio straordinario fu dato: la chiamata a metterci in cammino per andare ad incontrare il volto dell’amore di Dio.
La gloria del Signore ci avvolse. Non saprei come descriverla. E’ luce, è calore, è il sentirsi dentro un abbraccio forte e vivo di amore. Il fascino del suo volto ci intimorì e ci rapì. Dentro questa avvolgente esperienza di Dio una voce ci diede il vangelo, la buona notizia:
"Oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore" (
Lc 2,11).
Noi pastori, ignoranti di Scritture, analfabeti della Legge, ma esperti della vita, aspettavamo, ma non sapevamo cosa. Noi da quelle parole ci sentimmo collocati sul crinale della svolta, quella lama di voce, quella luce sonora, ci chiamava ad entrare nella fine dell’attesa e ad essere i co-protagonisti della storia dell’Amore che si rendeva visibile. Ecco noi conviventi con pecore e agnelli, noi andavamo incontro all’Agnello di Dio che scendeva sulla terra degli uomini.
A colloquio con i pastori
Raccontateci, pastori, la forza della luce,
diteci ancora lo splendore di quella notte,
narrateci della vittoria sulle vostre aspettative,
ravvivate in noi il desiderio del metterci in cammino verso la Betlemme della Chiesa e del mondo,
insegnateci quanto è dolce fare esperienza della contemplazione dell’Amore che si fa uomo, che si fa bambino, che si fa compagno del nostro pellegrinaggio,
mostrateci la sublimità della vocazione cristiana che consiste nell’andare – cercare- trovare e narrare di Cristo ai fratelli.
4° testimone dell’Agnello: i magi incontrano la stella
Voce dei magi.
Noi siamo personaggi che non godono di buona fama. Alcuni autori antichi ci vedono come sacerdoti dei Medi, altri come scienziati e ciarlatani, ma Dio, che non fa preferenza di persone, ci volle chiamare all’incontro con il Re nato. Noi non apparteniamo al popolo eletto. Abbiamo scrutato il cielo, siamo uomini in ricerca e, avendo visto sorgere la stella del Messia, letta la profezia di Balaam (
Nm 24,15-17)
dall’oriente siamo venuti a Gerusalemme per adorarlo. Noi siamo gli uomini del cammino, del pellegrinaggio alla ricerca della verità. La tradizione ci ha immaginati in numero di tre re, differenziati riguardo alla razza (bianco, giallo, nero) e con nomi particolari (Gaspare, Baldassarre, Melchiorre), ma noi siamo tanti quanti gli uomini che vogliono incontrare la verità, la luce che vince l’ignoranza e la malvagità degli uomini.
A colloquio con i Magi
O Santi magi,
cercatori della luce di Dio
con la speculazione scientifica, quella dei vostri tempi,
con la riflessione intellettuale, quella dei vostri ragionamenti,
con la disponibilità del cuore,
a mettervi in cammino sui vostri cammelli, a cercare sulle rotte della luce,
l’esperienza dell’a tu per tu col nato re,
senza temere Erode o gli insabbiatori, i nemici della luce di ieri e di oggi,
aiutateci a cercare con la scienza degli occhi, della mente e del cuore,
l’unico degno di essere trovato,
il Dio che naviga e sconvolge le carte del cielo e della terra,
il Dio che si nasconde e si fa trovare,
il Dio indimenticabile da adorare e da annunciare,
il Dio a cui donare se stessi,
il meglio di ciò che mai si può tra gli uomini ritrovare:
il riconoscimento della regalità; della umanità, della divinità.
Ottenete dal Dio-bambino che possiamo somigliarvi nella ricerca di Dio e del suo progetto
sulla scena del grande presepio del mondo.
Amen.
5° testimone dell’Agnello: Giovanni il Battista incontra il Messia
Voce di Giovanni.
Io non appartengo di diritto al presepe tradizionale, io vengo dopo, quando le luci della festa sono state riposte, le stelle dei magi si sono spente e la vita quotidiana sembra aver preso il sopravvento con le sue difficoltà e il suo tran tran. Io sono uno che ha rifiutato gli incontri facili con Dio e con i fratelli secondo le abitudini usuali, io ho cercato Dio nel silenzio e nella ruvidità del deserto, non nel tempio ricco di paramenti e di incensi. Io sono andato alla scoperta del Dio vivo e vero che parla con voce di silenzio e consuma con parole di fuoco. Nel deserto mi ha raggiunto la Parola del Signore: annuncia a questo popolo che il tempo è vicino, annuncia che è giunta l’ora della venuta del giorno del Signore, giorno di purificazione e di salvezza. Ed io così ho fatto. Ho raccolto intorno a me molte persone desiderose di cambiare, di rinnovarsi, di convertirsi. E tra questi anche Gesù, venuto da Nazaret, ad ascoltare le mie parole, parole che rimbalzavano dalle antiche profezie e raggiunsero anche il suo cuore. Lo vidi allora mettersi in fila tra gli altri, pronto quasi a confessare qualche colpa…ma non ne ebbe il tempo…mentre si immergeva ed io stavo per bagnargli quella fronte così spaziosa e così libera, ecco una voce squarciò i cieli, su di lui si posò lo spirito: Ecco mio Figlio, l’amato… Egli era l’amore del Padre resosi visibile, egli era l’unto, su di lui lo Spirito come colomba si posava per consacrarlo alla sua missione, annunciare al mondo l’amore. Nessun presepe potrà eguagliare lo splendore di quella rivelazione, intima e solenne, rivolta a lui e a tutti. Io capii che tutto quello che avevo fatto si consumava in quell’attimo breve e infinito, che l’attesa dell’Amato era conclusa, che l’Amore era giunto al suo compimento. Pochi giorni dopo, quando lo vidi di nuovo, non ebbi dubbi come indice levato lo mostrai: Ecco l’agnello che d’ora in avanti guiderà come Pastore chi in lui si rifugia.
Preghiera
Giovanni, amico dello sposo,
che hai saputo riconoscere la tua vocazione,
nello stupore dinanzi all’Agnello
messosi in fila con i peccatori,
facci comprendere che lasciarsi guidare dall’Amore
è più che pretendere l’amore,
fa’ che scomparire di fronte all’Amato
è più che essere amati,
donaci la forza del tuo coraggio e della tua libertà interiore,
capace di spogliarsi di ogni orgoglio,
per aderire alla missione del Messia
che salva il mondo.
Amen.