La vita. Nata il 20 novembre 1964, primogenita di tre figli, Lorena D'Alessandro aveva cominciato fin da piccola a frequentare la parrocchia intitolata alla Madonna di Czestochowa, tenuta dai padri Benedettini Silvestrini, alla periferia est della capitale, nel popolare quartiere della Rustica. I primi anni di Lorena trascorsero sereni anche se la sua salute si manifestava un po' delicata. A sei le furono asportate le tonsille e pochi mesi dopo fu operata di appendicite. A dieci anni, il 1 maggio del 1974, Lorena riceve con grande gioia la prima comunione. Qualche mese dopo le viene diagnosticato un tumore alla gamba sinistra; il 26 settembre 1974 Lorena viene operata al policlinico Gemelli dove le viene praticato un trapianto osseo. Lorena esce dalla sala operatoria con entrambe le gambe ingessate e così rimarrà fino al dicembre dello stesso anno.
Solo nella primavera del 1975 Lorena poté, con molta difficoltà, iniziare a camminare di nuovo. Due anni dopo, un altro intervento chirurgico per un sospetto rigetto del chiodo utilizzato nella precedente operazione. I medici si accorgono che il tumore si sta riformando e chiedono ai genitori di Lorena, Giovanni e Alba, di poterle amputare l'arto nel tentativo di salvarle la vita. I genitori scelgono la vita e Lorena perde una gamba, al suo posto avrà una protesi che porterà con molto coraggio ed una certa disinvoltura. La ragazza ha accettato il proprio handicap, decidendo di aprirsi agli altri: nel 1979, impegnandosi in parrocchia come catechista, guida il suo primo gruppo di bambini. Studentessa al liceo classico, Lorena ama suonare la chitarra e cantare nell'animazione della Messa; entra a far parte del gruppo parrocchiale del Rinnovamento nello Spirito Santo.
I suoi amici la ricordano sempre impegnata, sensibile e pronta ad aiutare gli altri. Nell'estate del 1980 Lorena va a Lourdes, insieme alla sua comunità, unendosi al pellegrinaggio organizzato dall'Opera Romana per i catechisti di Roma: "Nella sofferenza di tanti fratelli, ho incontrato la Madonna", annota la ragazza. "Lourdes è una città stupenda e amo Maria, spero con tutta l'anima che lei possa essermi guida ed aiuto per tutto quest'anno, che spero di trascorrere per dare lode e gloria al Signore". Alla fine dell'anno la sua parrocchia ospita 150 giovani di Taizé; alla ragazza tedesca che dormirà nella sua casa Lorena scriverà: "I giorni vissuti con te sono stati tra i più belli della mia vita, perché mi avete aiutato a riscoprire la gioia di credere in Cristo". Poche settimane più tardi, nel gennaio 1981, le viene diagnosticato un tumore al polmone sinistro con metastasi diffuse, che la porterà alla morte in tre mesi appena.
Il pensiero. "Non voglio fiori al mio funerale: i soldi che devono essere così inutilmente spesi siano inviati come aiuto alle missioni dei padri Benedettini Silvestrini. Non voglio assolutamente che si porti lutto. Non servitevi di banali atti esteriori, ma serbate il mio ricordo nel cuore; non piangete, ma gioite per me, perché finalmente, se il Signore mi riterrà degna, potrò partecipare alla gioia eterna. Lascio i poveri del mondo, lascio chi soffre nello spirito e nel corpo, alle preghiere di tutti". Lorena così ha lasciato scritto nel suo testamento spirituale, consegnato alla mamma la sera dell'8 settembre 1980.
"Ti ringrazio, Signore, per tutto ciò che di bello e di buono mi hai dato in questo giorno...", scrive Lorena nel suo diario, quando le viene amputata la gamba. Rivolgendo un pensiero ai suoi cari, scriveva: "miei genitori, per me, hanno scelto la vita". "Ho capito che la mia felicità è e sarà sempre nel servire la felicità degli altri; io potrò aiutare il mondo se agisco con amore, a forza di amore, a colpi di amore; sento fortissimo in me il desiderio di darmi agli altri; voglio bene a tutto il mondo. Sono tanto provata, ma ho Gesù con me e vicino a me, colui che non mi tradirà mai... perciò perché avere paura?"
Sempre nel suo diario annota: "Sono una ragazza di sedici anni, con tanta esperienza alle spalle, che i casi della vita hanno maturato forse troppo in fretta. Nel dolore ho capito che la cosa più importante è vivere l'amore, d'amore per il Signore e per i fratelli". Nell'estate del 1980 Lorena va a Lourdes, insieme alla sua comunità, unendosi al pellegrinaggio organizzato dall'Opera Romana per i catechisti di Roma: "Nella sofferenza di tanti fratelli, ho incontrato la Madonna", annota la ragazza.
"Lourdes è una città stupenda e amo Maria, spero con tutta l'anima che lei possa essermi guida ed aiuto per tutto quest'anno, che spero di trascorrere per dare lode e gloria al Signore". Alla fine dell'anno la sua parrocchia ospita 150 giovani di Taizé; alla ragazza tedesca che dormirà nella sua casa Lorena scriverà: "I giorni vissuti con te sono stati tra i più belli della mia vita, perché mi avete aiutato a riscoprire la gioia di credere in Cristo".
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