La vita. Itala nasce a La Spezia il 28 agosto 1904 da due insegnanti, Pasquino e Luigia Bianchini. Tra il 1905 ed il 1915 trascorre l'infanzia e l'adolescenza dai nonni materni, a causa del lavoro scolastico dei genitori. Nel 1915, dopo una discreta preparazione, riceve la Prima Comunione e la Cresima. Il 27 febbraio 1920, le muore Enrico il suo fratellino, di soli nove anni. Anche in considerazione di questo fatto, ritenendo che dopo la morte ci sia il nulla, si professa atea. Nel 1922 ottiene la licenza liceale e si iscrive alla Facoltà di Lettere dell'Università. Dopo un'adolescenza tenacemente atea, durante gli anni dell'università si converte radicalmente, grazie all'aiuto di due sacerdoti genovesi e grazie anche alla Federazione degli Universitari cattolici italiani alla quale nel frattempo si è iscritta. L'otto dicembre dello stesso anno, infatti, a seguito di una violenta scossa interiore, dopo essersi confessata e comunicata, inizia per lei una nuova vita basata sul motto: "Signore, se ci sei fatti conoscere".
Grazie alla FUCI ha modo di avere una serie di incontri importanti con personalità eminenti con le quali resterà legata da profonda amicizia: il giovane Giovanni Battista Montini, il futuro Papa Paolo VI, il cardinale Schuster, padre Agostino Gemelli, don Divo Barsotti. Dopo la laurea ottiene una cattedra ed inizia la sua vita professionale come insegnante. Il 3 agosto del 1928, nella città di Pontremoli, vive le prime esperienze di Dio in sé: dal tabernacolo della chiesa del Seminario riceve un raggio di luce e il messaggio divino "Tu la farai conoscere". A settembre pensa alla vocazione benedettina, ma deve rinunciarvi perché ammalata. Infatti nel marzo del 1929 è colpita da una febbre altissima. Sempre in quell'anno, il giorno della SS. Trinità riceve dal Belgio una lettera, con la quale viene invitata a immergersi nella Trinità e a cambiare nome: Maria della Trinità.
Non è suora, vive nel mondo, eppure sente il bisogno di emettere i tre voti di povertà, castità e obbedienza, ai quali aggiunge altri due voti: fare sempre l'azione più perfetta; soprattutto vivere e diffondere la verità dell'«Inabitazione» della Trinità nell'anima nostra. Il suo pensiero e il suo affetto, di giorno e di notte, nel lavoro, nel riposo e nelle lunghe ore di preghiera è sempre rivolto a Dio Padre e Figlio e Spirito Santo che abita nella cella del suo cuore. Nel 1933 conclude il noviziato benedettino con la professione come Oblata del Monastero in San Paolo fuori le Mura, a Roma.
A partire dall'11 giugno 1933, con la professione del suo quinto voto, l'«Inabitazione» diventa il centro della sua vita e della sua missione nella Chiesa. Nel 1936 è rapita da frequenti visioni celesti della Trinità, nonché da persecuzioni del demonio: vive la sua vita in carità ed umiltà. Nello stesso anno, compie il voto del più perfetto e le nozze mistiche. Il 21 aprile del 1941 presenta al Santo Padre Pio XII il Memoriale di Maria della Trinità e questi lo approva. Dal 5 al 15 ottobre 1946 compie a Genova un ciclo di Esercizi Spirituali e pensa di creare una famiglia sacerdotale, per la quale offrirà nel 1947 la vita eremitica. Itala Mela muore il 29 aprile 1957 ed il 21 novembre del 1976 è stata dichiarata Serva di Dio. È tuttora in corso il processo di beatificazione.
Pensiero. Nodo centrale del pensiero di Itala Mela è la dottrina dell'inabitazione della Santa Trinità nella nostra anima. "Vivere l'Inabitazione è vivere il proprio Battesimo. Sarebbe un grave errore credere che il richiamare le anime a nutrire di questo mistero adorabile la loro vita, sia il richiamarle ad una "devozione" speciale: è piuttosto un invitarle a vivere della grazia che il Battesimo ha loro donato, a penetrare la realtà divina promessaci da Gesù: Veniemus et apud eum mansionem faciemus". (Itala Mela, Manoscritti, 4,52).
"La volontà di Cristo, che io sento imperiosa nel profondo della mia anima, è di trascinarmi, d'immergermi con Se stesso negli abissi della SS. Trinità. Ad altre Egli chiederà di divenire le adorataci della Sua Umanità SS., di circondare di un culto speciale la Sua Passione, di venerare un Mistero della Sua Vita e della vita della Madre Sua. Ma da me Egli richiede qualcosa di più completo: Egli esige che, in un'unione con Lui ineffabilmente stretta, partecipi alla pienezza della Sua Vita; e Cristo vive nella Trinità. Tutti, come cristiani, sono chiamati a questo. Io devo volerlo, perché Egli lo vuole con una volontà esclusiva ... È inutile cercare altre vie: questa è quella che Egli ha scelto per la mia santificazione". (Itala Mela, Manoscritti, 1, 2).
"Mettere come fondamento principale della mia vita spirituale la verità dell'Inabitazione della SS. Trinità nella mia anima. Della mia vita spirituale: cioè della vita del mio spirito, dell'anima che Dio mi ha dato e ha santificato con la Grazia. Dio è in me: Dio. La vita della mia anima non deve divergere da Lui, ma convergere a Lui. Tendere all'unita, il pensiero che si plasma nel pensiero di Dio, il cuore che si infiamma per lo stesso amore di Dio, la volontà che si unifica con la Sua ... Mettere come fondamento della mia vita spirituale l'ìnabitazione è tendere a questa fusione di pensiero, d'amore, di volontà, di opere con il Signore Uno e Trino ... Far dell'Inabitazione il centro della mia vita inferiore è attingere nel profondo, in ogni circostanza, alla sapienza, all'amore, alla potenza, alla misericordia di Dio. Il modello per giungere all'Unità? Il Cristo. Il Dio tangibile e visibile, la 'manifestazione' del Padre". (Itala Mela, Manoscritti, 39, 58).
|