La vita. Giorgio La Pira nasce a Pozzallo (Ragusa) nel 1904. Arriva a Firenze nel 1924 come studente di Diritto Romano, di cui successivamente diviene professore. In quel primo periodo fiorentino nasce l'esperienza della Messa di San Procolo rivolta ai poveri. Nel 1946 fu eletto all'Assemblea Costituente dove diede un contributo decisivo alla stesura dei primi articoli della nostra Costituzione, quelli fondamentali per l'impronta personalista. Rieletto deputato, entrò al governo al Ministero del lavoro con Fanfani. Nel 1951 divenne Sindaco di Firenze, carica che ricoprirà, salvo brevi interruzioni, fino al 1965.
Difese con energia i più deboli della città, i senza casa, i diritti dei lavoratori. Promosse i «Convegni per la pace e la civiltà cristiana», che si svolsero dal 1952 al 1956 con la partecipazione di uomini di cultura di tutto il mondo e, dal 1958, i «Colloqui mediterranei» per la riconciliazione tra le religioni della «famiglia di Abramo». Nel 1959, primo uomo politico occidentale a superare la «cortina di ferro», si recò in Russia creando un ponte di preghiera, unità e pace tra oriente ed occidente.
Fu sempre legato alle suore di clausura, informandole e coinvolgendole nelle sue molteplici iniziative attraverso la preghiera, che considerava anche come forza, la più grande, di efficacia storica e politica. Visse gli ultimi anni della sua vita fra i giovani, continuando a lavorare per la pace e l'unità dei popoli a tutti i livelli. Morì a Firenze il 5 novembre 1977. Il 9 gennaio 1986, nella Basilica domenicana di San Marco, nel cui convento aveva a lungo vissuto, è iniziata la fase diocesana del processo di beatificazione.
Pensiero e curiosità. La vita di La Pira offre aspetti di grande fascino: è un uomo che ha saputo parlare con i grandi della terra, è stato amico di papi e cardinali, aveva corrispondenze con re e capi di stato; ha dato un contributo determinante alla stesura della Costituzione italiana, ed è stato il primo politico occidentale a varcare la "cortina di ferro", in piena guerra fredda, invitato dal sindaco di Mosca. Ma non ha mai dimenticato, nel suo impegno di amministratore, le esigenze e i bisogni della città, si è speso in ogni modo per i poveri, i senzatetto, i disoccupati. Il suo stile di vita sobrio, quasi ascetico, unito a una carica dirompente di simpatia, ne fanno una figura di grande attualità. Giovanni Paolo II lo ha definito una "figura esemplare di laico cristiano", additandolo a esempio per tutti i sindaci d'Italia; il cardinale Ennio Antonelli, arcivescovo di Firenze, ha espresso pubblicamente l'augurio di poterlo annoverare presto tra i santi della Chiesa fiorentina.
A Montecitorio è stato collocato un suo busto tra i "padri fondatori" della Repubblica italiana. aspetto fondamentale dell'esperienza lapiriana è l'impegno per la pace. La sua teoria è che la guerra è uno strumento superato, inutile, che deve lasciare il posto alla diplomazia internazionale. In piena escalation nucleare, va in giro per il mondo, invitato a parlare a Parigi, Mosca, New York, per dire che gli stati non devono costruire missili, ma astronavi; finanziare progetti di sviluppo per eliminare la povertà, e non piani militari. A Firenze organizza i convegni internazionale sulla pace, e poi i "Colloqui mediterranei" per mettere in dialogo cristiani, ebrei e musulmani.
La pace tra Francia e Algeria nasce nei corridoi di Palazzo Vecchio a Firenze. Nel 1955 porta a Firenze il sindaco di Mosca, e lo fa incontrare con Dalla Costa: la foto del sindaco comunista che bacia l'anello a un cardinale fa il giro del mondo. Nel 1959, invitato a ricambiare la visita, va a Mosca dove incontra Krusciov. Davanti al Soviet Supremo parla di pace nel nome di Gesù, e invita a "tagliare il ramo secco dell'ateismo di stato". Anni più tardi Gorbaciov dirà pubblicamente che la figura di La Pira ha avuto un ruolo fondamentale nel cammino del regime comunista verso la perestroijka.
Nel 1965 un altro "viaggio impossibile", stavolta in Vietnam: è l'unico uomo politico che Ho Chi Min accetta di incontrare, in un disperato tentativo di mediazione con gli Stati Uniti, destinato a fallire. Molto importante è anche la sua azione in Medio Oriente, di mediazione tra Egitto (tra i suoi grandi amici c'è il presidente egiziano Nasser) e Israele. Scrive anche ad Arafat, che all'epoca si delineava come leader palestinese, sollecitando la nascita di due Stati distinti. Nel 1956 porta alcuni esponenti cristiani, ebrei e musulmani a pregare insieme sulla tomba del comune patriarca Abramo.
La scelta. Giorgio La Pira sarà il Testimone che le diocesi della Toscana proporranno al Convegno ecclesiale di Verona. La scelta della Toscana è caduta sul "Sindaco Santo" su proposta della Conferenza Episcopale Toscana nella riunione del Comitato preparatorio regionale (di cui fanno parte il vescovo di Pescia Giovanni De Vivo, monsignor Andrea Drigani, Enzo Cacioli, Anna Catarsi) con i responsabili delle varie diocesi.
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