Whatsapp è quella celebre applicazione per smartphone che da qualche anno ha fatto a tal punto irruzione nelle nostre vite da diventare, specie per chi ha figli, lo strumento ufficiale attraverso cui veniamo raggiunti ovunque (e a qualunque ora) dalle comunicazioni dei rappresentanti di classe, dalle convocazioni per le partite dei ragazzi, dagli inviti alle feste di compleanno o alle pizze del catechismo… e chi più ne ha più ne metta.
Perfino i più refrattari alla tecnologia e ai social network stanno, a poco a poco, cedendo le armi di fronte all’incedere inarrestabile di questa agorà mediatica che si insinua implacabilmente in tutti gli spazi che trova. Dallo scorso 22 febbraio, poi, il quadro si è ulteriormente complicato: nella schermata iniziale dell’applicazione è comparsa, tra la voce “chat” e quella “chiamate”, anche la funzione dello “stato”, che permette di rendere visibili per 24 ore a tutti i propri contatti immagini, video, commenti.
Superata l’iniziale perplessità e qualche giornata di curiosa esplorazione dell’uso che di tale funzione poteva essere fatto, con l’inizio della Quaresima mi è venuta un’idea. In un primo momento ho cominciato a fare lo “screenshot” del brano di Vangelo del giorno, scaricandolo da Chiesacattolica.it, accompagnando la foto della pagina che condividevo con la scelta di una frase che mi colpiva più delle altre. Poi, rendendomi conto che leggere in quel modo il brano (specie se lungo) era decisamente disagevole, ho pensato di abbinare al versetto che sceglievo una immagine che ben vi si sposasse, e magari un paio di righe di commento (più o meno come vedete qui accanto).
Non penso di aver fatto nulla di clamoroso, ma devo dire che la trentina di contatti che quotidianamente visualizzano lo stato e qualche bella risposta che mi è stata inviata da più di una persona, mi hanno incoraggiato a proseguire nell’esperimento. Da una parte, per me, è uno stimolo ad essere fedele a quel momento di calma quotidiana per prendere in mano il Vangelo del giorno, costantemente a rischio tra le rapide dei ritmi lavorativi e famigliari. Dall’altra mi sembra una bella occasione per gettare un seme nelle vite di coloro che anche solo fugacemente o occasionalmente si ritrovano a guardare la “novità” del tuo stato: magari, anche così, potrebbe arrivare (senza che tu che la mandi lo sappia mai) la parola giusta al momento giusto…
Pensate che bello se la cosa prendesse piede e la condivisione di questa piccola “risonanza” della Parola nel cuore di chi la legge, riempisse di Vangelo anche i nostri smartphone, sempre più legati a doppio filo alle nostre vite e parte integrante delle nostre giornate. Potrebbe essere un modo per condividere con le persone a cui vogliamo bene (e magari anche con quelle cui non ne vogliamo abbastanza) qualcosa di più dell’ultima video-barzelletta o dell’ultima vignetta demenziale. Qualcosa di infinitamente più prezioso.