I domenica di Avvento
27 novembre   versione testuale

R. Suonate la tromba nella città di Dio, convocate un’adunanza solenne, radunate il popolo, e dite:
* Ecco, viene Dio, il nostro Salvatore.
V. Annunziatelo, fatelo sapere, gridate a piena voce:
R. Ecco, viene Dio, il nostro Salvatore.
(Responsorio, Ufficio delle Letture, Lunedì I settimana di Avvento)
 
 
«L’Avvento è tempo di attesa, di conversione, di speranza:
- attesa-memoria della prima, umile venuta del Salvatore nella nostra carne mortale; attesa-supplica dell’ultima, gloriosa venuta di Cristo, Signore della storia e Giudice universale;
- conversione, alla quale spesso la Liturgia di questo tempo invita con la voce dei profeti e soprattutto di Giovanni Battista: “Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino” (Mt 3,2);
- speranza gioiosa che la salvezza già operata da Cristo (cfr. Rm 8,24-25) e le realtà di grazia già presenti nel mondo giungano alla loro maturazione e pienezza, per cui la promessa si tramuterà in possesso, la fede in visione, e “noi saremo simili a lui e lo vedremo così come egli è” (1Gv 3,2[1].
(Direttorio su Pietà popolare e liturgia, n. 96)
 

Inizia con i Primi vespri della I Domenica di Avvento e termina prima dei Primi vespri di Natale.
(cfr. Norme generali per l’ordinamento dell’anno liturgico e del calendario, n. 40)
 
Primi vespri
È opportuno valorizzarne la celebrazione comunitaria, con il rito del lucernario e l’accensione della prima candela della corona di Avvento.
 
Celebrazione eucaristica
Per introdurre il popolo di Dio al Tempo di Avvento è bene curare il linguaggio verbale, con monizioni semplici, brevi e ben preparate, e quello non verbale, attraverso la cura dei gesti liturgici, dei luoghi, delle luci, del canto[2].
 
La sobrietà che caratterizza il Tempo di Avvento è differente rispetto a quella quaresimale. L’ornamento floreale, disposto preferibilmente intorno all’altare piuttosto che sopra, sia sobrio, in armonia con il resto dell’aula chiesa, capace di condurre alla celebrazione del Natale, senza anticiparla (cfr. OGMR, n. 305).
Anche l’organo e gli altri strumenti musicali siano usati con moderazione, evitando di anticipare la gioia piena del Natale (cfr. OGMR, n. 313)[3].
 
Accoglienza
Alcuni animatori liturgici o membri della comunità potrebbero accogliere sulla porta della chiesa, in modo non invadente, discreto, i fedeli, offrendo il libretto dei canti, aiutando anziani e ammalati a prendere posto, introducendo pellegrini e turisti, spiegando che le offerte in denaro raccolte nel tempo di Avvento verranno destinate ai fratelli più bisognosi della comunità parrocchiale.
 
Monizione d’inizio
Oggi, con la Prima Domenica di Avvento, inizia il nuovo anno liturgico. Siamo invitati ad attendere la venuta del Signore, “vigilanti nella preghiera e operosi nella carità fraterna” (Colletta, Lunedì I settimana di Avvento).
Accogliamo con il canto la processione d’ingresso.
 
Riti d’introduzione
Con cura andranno preparati i riti d’introduzione. Si dia una particolare attenzione alla processione d’ingresso, disposta in modo ordinato, con un incedere calmo e sereno. I segni della processione d’ingresso (croce, evangeliario, sacerdote) richiamano la venuta di Dio in mezzo al suo popolo.
 
Si propone la seguente formula per il saluto del sacerdote:
 
Il Dio della speranza,
che ci riempie di ogni gioia
e pace nella fede
per la potenza dello Spirito Santo,
sia con tutti voi.
 
Si suggerisce di utilizzare la terza formula dell’atto penitenziale del Tempo di Avvento, che ben si armonizza con la Liturgia della Parola.
 
Signore, che vieni a visitare il tuo popolo nella pace, abbi pietà di noi.
R. Signore, pietà.
 
Cristo, che vieni a salvare chi è perduto, abbi pietà di noi.
R. Cristo, pietà.
 
Signore, che vieni a creare un mondo nuovo, abbi pietà di noi.
R. Signore, pietà.
 
Prefazio
Il prefazio più adatto a questa domenica è il Prefazio dell’Avvento I/A.
 
Acclamazioni
Si suggerisce di cantare quelle acclamazioni che hanno un’intonazione escatologica: “Annunciamo la tua morte…”, all’anamnesi della preghiera eucaristica;  “Tuo è il regno…”, al termine dell’embolismo della Preghiera del Signore.
 
Preghiera dei fedeli
Si ricorda come le intenzioni proposte debbano essere sobrie, formulate con una sapiente libertà e con poche parole, ed esprimere le intenzioni di tutta la comunità (cfr. OGMR, n. 71).
 
Benedizione solenne
Per sottolineare l’inizio del Tempo di Avvento, si invita a concludere la celebrazione con la Benedizione solenne (cfr. Messale Romano, pag. 428-429).
 
[1] «Il tempo di Avvento ha una duplice caratteristica: è tempo di preparazione alla solennità del Natale, in cui si ricorda la prima venuta del Figlio di Dio fra gli uomini, e contemporaneamente è il tempo in cui, attraverso tale ricordo, lo spirito viene guidato all’attesa della seconda venuta di Cristo alla fine dei tempi»: Norme generali per l’ordinamento dell’anno liturgico e del calendario, n. 39.
[2] «I gesti e l’atteggiamento del corpo sia del sacerdote, del diacono e dei ministri, sia del popolo devono tendere a far sì che tutta la celebrazione risplenda per decoro e per nobile semplicità, che si colga il vero e pieno significato delle sue diverse parti e si favorisca la partecipazione di tutti»: OGMR, n. 42.
[3] «Il suono, da solo, di questi stessi strumenti musicali non è consentito in Avvento, in Quaresima, durante il Triduo sacro, nelle messe e negli uffici dei defunti»: Istruzione Musicam sacram, n. 66.