La Trasfigurazione di Gesù sembra a prima vista priva di ogni attinenza con aspetti politici e sociali: Gesù porta con sé solo pochi dei discepoli, per vivere quella che appare una esperienza di tipo mistico, vissuta nell’intimità, separata dal reale. Già questo però ha una sua importanza: il valore della persona viene sganciato dalla sua appartenenza a un gruppo di pressione sociale, a un’entità consistente e capace di istituire rapporti di forza: Gesù annuncia che la persona, il singolo, ha un valore in se stesso, perché è fratello/sorella di Cristo, figlio amato del Padre.
D’altra parte i discepoli non hanno un valore solo come singoli: dialogando con Mosè ed Elia Gesù mostra che la storia di Israele sta per giungere al compimento: egli è destinato a trionfare anche se la persecuzione e l’odio sembrano prevalere, e i suoi discepoli saranno i continuatori della sua missione, per formare il nuovo popolo di Dio. Gesù risorto è il termine di un lungo percorso che deve passare attraverso la Passione: e i discepoli, custodendo il suo ricordo, potranno un giorno testimoniarlo al mondo.
Discepolo di Gesù è dunque chi crede nel valore del singolo e della persona, anche in un mondo che sembra andare verso l’appiattimento e la massificazione; discepolo di Gesù è colui che conserva la speranza, anche quando tutto sembra bloccare ogni movimento di ricerca del bene comune; discepolo di Gesù è colui che non si lascia scoraggiare dalla prospettiva del fallimento, ma continua a donarsi come il suo maestro, costituendo nel mondo una nuova comunità, capace di indicare il senso della storia.