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Paterson   versione testuale

«C’è il rasoio, c’è il breviario, c’è l’agenda, c’è un libro da leggere – ne ho portato uno su Santa Teresina di cui io sono devoto. Io sono andato sempre con la borsa quando viaggio: è normale. Ma dobbiamo essere normali… […] dobbiamo abituarci ad essere normali. La normalità della vita» (Francesco,  28 luglio 2013). Ha risposto in questo modo papa Francesco, nel viaggio di ritorno dalla GMG di Rio De Janeiro nel 2013, alla domanda sul perché il Papa portasse da solo la sua borsa. Francesco con straordinaria franchezza e semplicità, ha ricordato a tutti l’importanza della normalità, di condurre una vita misurata e sana. E l’elogio della quotidianità viene mostrato nel film “Paterson” (2016) di Jim Jarmush, scelto come 13. proposta per il ciclo sulla “buona notizia” curato dall’Ufficio Nazionale per le Comunicazioni Sociali e dalla Commissione Nazionale Valutazione Film CEI.
 
La poesia di un guidatore di autobus
È stato uno dei film più acclamati al 69. Festival di Cannes, “Paterson”, diretto dall’eclettico regista statunitense Jim Jarmush – “Broken Flowers” (2005) – che firma anche la sceneggiatura. Ecco la storia: America oggi, il guidatore di autobus Paterson (Adam Driver) è sposato con Laura (Golshifteh Farahani), conducendo un’esistenza serena e placida nel New Jersy. La narrazione procede senza scossoni, delineando il vivere quotidiano dei due protagonisti, in particolare di Paterson, che coniuga la sua professione con la passione per la poesia, per la composizione letteraria.
All’apparenza sembrerebbe una storia scialba, prima di trasporto ed emozione. In realtà il regista Jim Jarmush, servendosi anche del talento due suoi interpreti – straordinario Adam Driver nel ruolo del protagonista –, compone un’elegia della vita ordinaria, della normalità che abita le case della gente.
Sono esistenze semplici quelle raccontate dall’autore, che non  sembrano avere nulla di eroico; in verità è il racconto proprio dell’eroismo quotidiano, ovvero della costanza nell’amore e rispetto verso la famiglia, nell’affrontare la giornata sempre con impegno e responsabilità, cercando anche di essere prossimi, in dialogo, con l’altro.
Come ha ricordato inoltre Alessandra De Luca su “Avvenire”, si tratta di "un amore puro e sincero [quello] al centro (...) di 'Paterson' […]. Il film rende omaggio alla poesia dei dettagli e della vita quotidiana, fatta di piccole, spesso insignificanti variazioni […] una routine che anche sullo schermo ha il passo della vita vera, che procede senza troppi drammi e rivoluzioni, tra le pieghe di una normalità che si fa arte" (17 maggio 2016).
Jim Jarmush inserisce inoltre nel film il richiamo alla poesia, il bisogno di riscoprire l’ars poetica nella frenesia dell’oggi. È l’emblema della delicatezza e della sana lentezza l’immagine che offre la poesia nel film; un elemento prezioso da recuperare in un mondo che impone dinamismo e dispersione.
“Paterson” è dunque un’opera complessa, perché stratificata, ma lineare e delicata; una sonetto sulla vita in tutte le sue sfumature. Ci ricorda che il cinema è una chiave di accesso alle dinamiche della società, in grado di svelare la sua articolazione e di offrire anche orizzonti di speranza.
 
Valutazione Pastorale Commissione Nazionale Valutazione Film
Chi è Paterson e perché vive una vita senza sussulti, ogni giorno uguale all'altro senza varianti apprezzabili? A dire il vero la ripetizione non è sinonimo di banalità. Paterson fa le stesse cose ma le nobilita con le poesie che scrive. E che tuttavia non diffonde, preferendo tenerle per sé. Solo la moglie le conosce e anzi lo incita a trascriverle, a fotocopiarle, a pubblicarle. A queste richieste lui acconsente senza convinzione ben sapendo che non lo farà mai. Gli basta avere molte, impreviste occasioni per condividerle: una ragazzina conosciuta fuori del suo ufficio, un giapponese turista per caso, gli avventori del bar che vivono situazioni quasi da teatro. Paterson è così: uomo tranquillo e rilassato, fa i conti con gli imprevisti ma non si dispera. Incoraggia Laura a fare ciò che lei desidera per essere migliore e contenta con se stessa. Si prodiga per portare ragione e convinzione. Ma non è un debole, Anzi tutt'altro. Proprio lo spessore della ripetizione gli trasmette la forza per essere duro e presente a se stesso. La poesia è il suo grimaldello, la spinta a superare gli ostacoli. I versi sono ciò che lui si tiene addosso per superare ostacoli e rimuovere nervosismi. Jarmush confeziona un film che legge la 'noia' della vita quotidiana attraverso il filtro della bellezza nascosta, del soffio di una ricchezza che è anche e soprattutto interiore. Vitale e affidato ad entusiasmo impercettibile ma solido, il film è da valutare come consigliabile, problematico e adatto per dibattiti.
 


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