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Alessandra Amoroso   versione testuale

Comunque Andare
(Rubrica a cura di Maria Mascheretti)

Tutti vogliamo essere felici. Si tratta di capire come si fa.
C’è chi dice che si tratta di essere presenti a se stessi, chi di trovare la propria vera natura, chi di individuare la propria strada…
Uno degli elementi trainanti della felicità è il miglioramento: capire chi si è, comprendere i propri limiti, valorizzare le proprie capacità, raggiungere gli obiettivi che ci si propone. Bisogna desiderare i passi che portano ad essere migliori e così godere di una vita felice.
 
Alessandra Amoroso
Alessandra Amoroso nasce a Galatina, in provincia di Lecce, il 12 agosto del 1986.......
Il singolo è stato scritto da Elisa Toffoli. Queste le parole riconoscenti di Alessandra Amoroso: “Grazie per avermi permesso di mettere me stessa in musica”.
La cantante stessa ha annunciato l’uscita del singolo attraverso la sua pagina Facebook, allegando al post un’immagine del video ufficiale:
Buonasera a tutti, vi svelo una delle mie sorprese! “Comunque andare” sarà il prossimo singolo estratto da Vivere a colori, e sarà in rotazione radiofonica da venerdì. Un brano al quale sono molto affezionata perché è scritto con Elisa, un’artista meravigliosa. Un brano che parla della positività e della speranza con cui mi piace affrontare tutto ciò che mi capita; il protagonista è l’Amore, che per me è il motore e il senso di tutto. Non vedo l’ora di ballare e cantare questo pezzo insieme!”.
Testo e musica che dicono voglia di vivere, di crescere con il sorriso, nonostante le inevitabili difficoltà che la vita mette di fronte. Dicono bisogno di custodire la spensieratezza che spesso si rischia di lasciar appesa ai soli anni dell’adolescenza, ma che invece si dovrebbe portare con noi nel corso dell’intera vita, per imparare a concedere spazio all’animo bambino che nei momenti difficili non può che aiutarci a reagire, a pensare al bello che deve arrivare.
Comunque andare, senza fermarsi, senza rammaricarsi per le cose passate; andare, sorridendo al pensiero di ciò che potrà ancora accadere. Presentarsi al futuro con un curriculum carico di esperienze, di insicurezze e paure, ma comunque pieno di vita, l’importante è non rimanere fermi, bloccati, inermi. La vita ha bisogno di reazioni.
Pazienti nell’andare
 Il nostro tempo, segnato dalla velocità e dalla fretta, dalla concitazione dei gesti, dal rapido susseguirsi degli eventi, sembra essere inospitale per la pratica della pazienza. Dobbiamo fare presto, procedere spediti, in una dimensione in cui la simultaneità delle azioni e degli eventi sembra la condizione dello stare al mondo. Pazienza è al contrario e in primo luogo una qualità della durata. Esige un allungamento del presente, una sua dilatazione. I progenitori della nostra specie si sono affaticati nell'apprendere l’arte di sopravvivere e poi di vivere, di imparare l'uso delle cose, di costruire relazioni, di sperimentare; la vita nasce dunque anche grazie all’infinita pazienza di tentare e ritentare, attendere, fermarsi, elaborare. Tutta la vicenda umana è un lento esercizio di pazienza, come quello dell’uomo per costruire, del bambino per crescere, degli amanti per incontrarsi, dei vecchi per morire, della natura per dare frutto, della parola per prendere forma.