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Cesare Cremonini   versione testuale

(Rubrica a cura di Maria Mascheretti)
Cominciamo, finalmente: lo disse San Francesco prima di morire. Al termine di un’esistenza vissuta nella ricerca, nell'operosità, nell’impegno e nel desiderio di fare la propria parte. Cominciamo!
Ogni giorno atteso e speso così; mettendosi in piedi per camminare, per andare incontro al nuovo e rendersi conto della sorpresa che è la vita.
 

Buon viaggio (Share the love) di Cesare Cremonini

https://youtu.be/1pRPXIC4Vtk

 

Buon viaggio


Che sia un'andata o un ritorno


Che sia una vita o solo un giorno


Che sia per sempre o un secondo


L'incanto sarà godersi un po' la strada


Amore mio comunque vada


Fai le valigie


E chiudi le luci di casa....
 

Share the love 

 

...Preferire l’amore! Scegliere l’amore significa essere sale della terra, essere luce del mondo! (Mt 5,13-14). “Gesù vuole dire: se sarete poveri in spirito, se sarete miti, se sarete puri di cuore, se sarete misericordiosi… voi sarete il sale della terra e la luce del mondo (…) Ma che bella è questa missione di dare luce al mondo! E’ anche molto bello conservare la luce che abbiamo ricevuto da Gesù, custodirla. Il cristiano dovrebbe essere una persona luminosa, che porta luce, che sempre dà luce! Una luce che non è sua, ma è il regalo di Dio, è il regalo di Gesù. E noi portiamo questa luce. Se il cristiano spegne questa luce, la sua vita non ha senso” (Papa Francesco, Angelus 9 febbraio 2014).

La vita, la fede non sono qualcosa di privato, ma di personale. Ci coinvolgono totalmente e chiedono di essere condivise per avverarsi nella storia. Bisogna essere saporiti per dare sapore, bisogna essere luminosi per illuminare, perché l’insipido e l’insensato generano il buio e spengono il sogno. Tutto è consegnato a noi. E’ questione di scelta.

Scegliere di scegliere anzitutto!

Scegliere di prendersi cura della fragile speranza; scegliere la profezia del nuovo possibile; scegliere di defenestrare l’alibi dei se e dei ma; scegliere di mettere un movimento di trasformazione e rigenerazione là dove dimora la resa e la paura; scegliere di controllare il nostro io ipertrofico per uscire dal guscio e sbilanciarci nella solidarietà; scegliere di metterci in strada, in viaggio, con lo sguardo attento alla Donna del silenzio operoso, spinti, come lei, dalla fretta di esserci accanto all’altro, dentro la sua storia, nello spazio aggregante della quotidianità perché il necessario non mancherà a nessuno se ciascuno sceglie di vivere del necessario, restituendo e condividendo. ...