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 Home GMCS2016 - Per agire - Arte e misericordia alla Gregoriana 
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Dall'arte paleocristiana a quella contemporanea: dal 29 febbraio al 18 aprile, sei lunedì alla Gregoriana (qui il programma completo) per scoprire come l'arte cristiana può condurci al senso profondo delle cose.
Su questo sito vi offriremo, in anteprima, un abstract di ogni appuntamento.
Incominciamo con il primo, a cura del Prof. Umberto Utro (Dipartimento di Beni Culturali della Chiesa, Pontificia Università Gregoriana) 
 
"Il Buon Pastore, vera icona della misericordia divina nella Chiesa antica"
(abstract)
«Questa generazione», disse Gesù alle folle in attesa di miracoli, «cerca un segno, ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona» (Lc 11, 29): questo è, in ultima analisi, il segno dell’amore misericordioso di Dio, che «ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito» (Gv 3, 16). All’indomani dell’esperienza terrena di Gesù, dopo che il kérygma della sua salvezza s’era diffuso e radicato in tutto il mondo antico, il bisogno di rafforzare la memoria della reale umanità del Salvatore, spinse ancora le folle in cerca di un segno visibile: l’immagine del suo volto. Nacque allora la leggenda della vera icona del volto di Cristo, variamente declinata quale fazzoletto (mandylion) in cui Gesù stesso aveva impresso  il suo volto per il re di Edessa ammalato, oppure come velo pietoso steso da una delle donne ad asciugare il suo volto insanguinato nella salita al Calvario (Veronica), fino all’apparire, nel tardo Medioevo, dell’intero lenzuolo funebre sul quale si sarebbe impressa l’immagine del volto e del corpo tutto di Gesù al bagliore della sua Risurrezione (Sindone). Lungi dall’entrare nel merito dell’attendibilità storica di queste venerabili tradizioni, si può comunque constatare come esse siano del tutto ignote alla nascente iconografia cristiana, che trovò strade affatto differenti e “ideali” nell’elaborazione del volto del Signore. C’è un passo – tuttavia – del Vangelo che rivela esplicitamente, a chi può intenderla, la bellezza di Gesù, ed è quando egli si manifesta come il Pastore messianico, che «dà la propria vita per le pecore» (Gv 10, 11). La vera icona del volto di Cristo è riconoscibile non in un sembiante, ma proprio in un «eccesso d’amore» (Origene), che è anche la chiave per accedere alle profondità del simbolo del Buon Pastore, che questo primo incontro sulla “misericordia nell’arte” vuole a tutti consegnare.



nella foto il Buon Pastore del Museo Pio Cristiano (Roma, Musei Vaticani), ca. 300 d.C., foto di S. de Blaauw