13 marzo
V domenica di Quaresima   versione testuale

Fammi giustizia, o Dio, e difendi la mia causa
contro gente senza pietà;
salvami dall'uomo ingiusto e malvagio,
perché tu sei il mio Dio e la mia difesa.
Antifona d’ingresso (Sal 42,1-2)
 
La misericordia è nuova
La quinta settimana di Quaresima conduce sul limitare della Settimana santa. Il cammino della Quaresima già inoltrato è qui riletto come sacramento della misericordia di Dio, più che come tempo di ascesi faticosa; la liturgia di questa domenica celebra, infatti, con toni espliciti il mistero della misericordia che sa sorprendentemente creare qualcosa di nuovo. L’anno C riserva a questa domenica una liturgia della Parola che insiste sul tema della novità. La promessa di Isaia evoca un culto che coinvolge il popolo ora senza speranza; s. Paolo condivide la sua atteggiamento di discepolo proteso nella corsa; nel Vangelo Gesù riapre la via sbarrata dalla giustizia legalistica alla peccatrice.

La misericordia è lotta
Il tono dei testi eucologici completa questa dimensione gratuita e sorprendente della misericordia di Dio, chiedendo la forza per la comunità di poter lottare al fianco del Salvatore. L’orazione di Colletta evoca il dono della carità, la stessa che spinse il Figlio a dare la vita. L’orazione sulle offerte confida nella trasformazione che l’eucaristia può compiere in chi la celebra. La preghiera dopo la comunione chiede l’inserimento come membra vive nel corpo mistico del Cristo.

La Settimana santa si fa vicina
Nelle messe feriali di questa quinta settimana è possibile pregare con il prefazio della passione del Signore I, testo centrato sulla potenza della croce che giudica il mondo. Questa domenica è, dunque, quasi un passaggio verso i giorni più intensi del Mistero pasquale. Così, per consuetudine, è possibile velare le croci o le immagini presenti nell’aula della chiesa, se è tipico uso del luogo. Così si esprime Paschalis sollemnitatis:
«L’uso di coprire le croci e le immagini nella chiesa dalla domenica V di Quaresima può essere utilmente conservato secondo il giudizio della conferenza episcopale. Le croci rimangono coperte fino al termine della celebrazione della passione del Signore il Venerdì Santo; le immagini fino all’inizio della Veglia Pasquale» (n. 26).
Il senso di questo rito è dunque la valorizzazione iconografica della croce il Venerdì santo e delle immagini della gloria nella Veglia Pasquale.
Esempio di monizione prima del canto d’inizio :                
Il nostro percorso quaresimale giunge a maturazione con questa celebrazione. La Pasqua è ormai vicina. [Le croci e le immagini sono velate, perché siano pronte ai riti pasquali.] Non il nostro impegno può trasformare la Chiesa, ma l’accoglienza della novità che Dio sempre e continuamente sta preparando.
 
Come già detto, per tutto il tempo quaresimale, si suggerisce l’adozione per l’atto penitenziale – almeno nelle domeniche – della seconda forma (MR p. 296); si consiglia di proclamare la professione di fede utilizzando il simbolo detto “degli Apostoli” (p. 306), introdotto da una monizione.
Come in tutte le altre domeniche, rinnoviamo anche oggi la nostra fede con il credo apostolico, la formula in cui la Chiesa dice il cuore della sua speranza.
 
Le offerte del digiuno
Si potrebbe rinnovare l’invito fatto nella prima domenica di Quaresima a presentare tra le offerte il frutto del digiuno di queste settimane. Senza altra monizione e senza aggiungere oggetti che poco hanno a che fare con il sacrificio eucaristico, il celebrante può invitare i fedeli con queste o simili parole:
A nome di tutta la Chiesa chiamata a una mensa più sobria, anche noi portiamo all’altare i frutti del nostro digiuno perché siano distribuiti ai poveri, persone particolarmente amate da Dio.