Marc Chagall, Exodus, 1952-1966, olio su tela,130×162 cm, Collezione Privata.
PRESENTAZIONE
di S.E. Mons. Nunzio Galantino
Un Mosè ormai rassegnato ad un'esistenza ordinaria conduce il gregge del suocero nel deserto, fino al monte di Dio. Lì però la sua esistenza di pastore, segnata uniformemente dalla ciclica alternanza dei giorni e delle stagioni, viene sconvolta dall'incontro con Dio. Nel capitolo 3 dell'Esodo (che ascolteremo nella terza domenica di Quaresima) si legge che «L'angelo del Signore gli apparve in una fiamma di fuoco dal mezzo di un roveto. Egli guardò ed ecco: il roveto ardeva per il fuoco, ma quel roveto non si consumava» (Es 3,2).
Il potente simbolismo del roveto ci richiama al mistero della misericordia divina: fiamma che arde, ma non si consuma. Fiamma che arde nei nostri cuori, che fa brillare le nostre vite, senza però distruggerle. Dall'incontro con quel fuoco, dall'ascolto della parola divina, prende avvio la grande epopea dell'Esodo: un popolo schiavo scopre progressivamente la vera libertà, fino alla rivelazione del Dio «misericordioso e pietoso..., lento all'ira e grande nell'amore» Sal 103 (102), 8.
Il potente simbolismo del roveto ci richiama al mistero della misericordia divina: fiamma che arde, ma non si consuma. Fiamma che arde nei nostri cuori, che fa brillare le nostre vite, senza però distruggerle. Dall'incontro con quel fuoco, dall'ascolto della parola divina, prende avvio la grande epopea dell'Esodo: un popolo schiavo scopre progressivamente la vera libertà, fino alla rivelazione del Dio «misericordioso e pietoso..., lento all'ira e grande nell'amore» Sal 103 (102), 8.