III domenica di Avvento
11 dicembre   versione testuale

Gaudete

R. In quel giorno i sordi udranno le parole del libro;
liberati dall'oscurità e dalle tenebre, gli occhi dei ciechi vedranno;
* i poveri gioiranno nel Santo d'Israele.
V. Andate e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete:
i ciechi vedono, gli storpi camminano, i sordi odono,
ai poveri è annunziata la buona novella;
R. i poveri gioiranno nel Santo d'Israele.
(Responsorio, Ufficio delle letture, Domenica III settimana di Avvento)
 
 
Nella terza domenica di Avvento siamo invitati a gioire: Rallegratevi sempre nel Signore! Il Signore è vicino!Lo ripeto ancora: rallegratevi!
Il Signore è vicino! (cfr. Fil 4,4). È questo l’invito dell’antifona d’ingresso.
 
Il cristiano attende con gioia la venuta del Signore poiché è certo della sua presenza. La celebrazione, nei suoi diversi linguaggi, dovrebbe rendere visibile questa gioia.
Si raccomanda l’uso della casula di colore rosaceo, che, attenuando il colore viola, indica che siamo a metà del cammino di Avvento e ormai prossimi al Natale[1].
 
Celebrazione eucaristica
La gioia che caratterizza questa terza domenica di Avvento è fondata sulla presenza vicina del Signore. È opportuno, quindi, valorizzare il saluto liturgico con il quale il sacerdote annunzia alla comunità radunata la presenza del Signore (cfr. OGMR, n. 50).
Ben quattro volte risuona nella liturgia eucaristica l’espressione Il Signore sia con voi.
 
Monizione d’inizio
“Rallegratevi sempre nel Signore: ve lo ripeto, rallegratevi, il Signore è vicino!” In questa terza domenica di Avvento la liturgia ci invita a gioire per la vicinanza del Signore. Il colore rosaceo indica che siamo a metà del cammino e che il Natale è ormai prossimo.
Il Signore sia con voi è il saluto che il celebrante rivolge all’assemblea più volte durante l’eucarestia. Siamo invitati a riscoprirne il valore. Salutarsi nel Signore è annunciare la sua presenza qui e ora.
 
Si propone la seguente formula per il saluto del sacerdote:
 
Il Dio della speranza,
che ci riempie di ogni gioia
e pace nella fede
per la potenza dello Spirito Santo,
sia con tutti voi.
 
Prefazio
Si propone di utilizzare il Prefazio dell’Avvento II.
 
Acclamazioni
Si suggerisce di cantare, oltre quelle acclamazioni che hanno un’intonazione escatologica, anche l’Amen al termine della dossologia della preghiera eucaristica.
 
Rito della pace
Connesso al tema della gioia e della presenza del Signore è lo scambio della pace.
“«Vi lascio la pace, vi do la mia pace», sono le parole con le quali Gesù promette ai suoi discepoli riuniti nel cenacolo, prima di affrontare la passione, il dono della pace, per infondere in loro la gioiosa certezza della sua permanente presenza. Dopo la sua risurrezione, il Signore attua la sua promessa presentandosi in mezzo a loro nel luogo dove si trovavano per timore dei Giudei, dicendo: «Pace a voi!»” (Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, Lettera circolare L’espressione rituale del dono della pace nella messa).
Per valorizzare il gesto della pace non è necessario comporre una nuova monizione o accompagnarlo con ulteriori aggiunte (es., un canto). Lo scambio della pace per sua natura manifesta la gioia di coloro che credono nella presenza del Signore. Potrebbe rivelarsi utile evidenziare nell’omelia, o in un incontro di formazione liturgica, il senso più vero e profondo di questo gesto.
 
Benedizione solenne
Anche in questa domenica è bene concludere con la Benedizione solenne (cfr. Messale Romano, pag. 428-429).
 
 
Congedo
Si propone di terminare con le seguenti formule di congedo, che richiamano il tema della gioia: “La gioia del Signore sia la nostra forza.  Andate in pace” o “Glorificate il Signore con la vostra vita. Andate in pace” (Messale Romano, pag. 425).
 
 
[1] La differenza dei colori nelle vesti sacre ha lo scopo di esprimere, anche con mezzi esterni, la caratteristica particolare dei misteri della fede che vengono celebrati, e il senso della vita cristiana in cammino lungo il corso dell’anno liturgico”: OGMR, n. 345.