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 Ufficio Nazionale per l'educazione, la scuola e l'universitą - News - 2016 - Febbraio - (S) CONFINI... tra migrazione e convivenza 
(S) CONFINI... tra migrazione e convivenza   versione testuale
Universitą degli studi di Milano

Al via da mercoledì 2 marzo "(S) CONFINI? tra migrazione e convivenza", una proposta frutto di una virtuosa collaborazione fra Istituzioni diverse, l?Università degli Studi e la Diocesi di Milano, che hanno riconosciuto di avere gli stessi obiettivi: curare la formazione umana e civile delle giovani generazioni sui temi sensibili del nostro tempo. Nell?inaugurazione dell?Anno accademico 2014-2015, il Rettore Vago aveva presentato, come programma della Statale, l?idea di fare dell?Ateneo un laboratorio di discussione e riflessione sulla realtà che ci circonda allo scopo di costruire una ?coscienza civile diffusa?. Dal canto suo, il card. Scola, anche nella sua ultima lettera pastorale, sottolineava come sia compito di ogni cristiano ?offrire all?uomo contemporaneo il proprio contributo per edificare la vita buona di tutti?, nella consapevolezza ?del bene che è l?essere insieme in una società in cui convivono persone portatrici di cosmo visioni diverse?.
La Cappellania universitaria dell'Ateneo, nell?ambito dei Dialoghi di vita buona, ha voluto riprendere queste preziose indicazioni, scegliendo in questo caso il tema delle migrazioni: una esperienza che ci coinvolge ormai da anni, che non accenna a contrarsi, e anzi sembra diventare sempre più drammatica, anche perché apparentemente senza soluzione.
I processi migratori sono stati presenti sin dagli esordi dell?avventura umana, che si trattasse di territori nuovi da sfruttare per il pascolo o la raccolta di cibo, di guerre, di persecuzioni religiose o razziali, o ancora più semplicemente di fuggire dalla miseria, come noi Italiani non dovremmo dimenticare così facilmente. Sempre, esse sono state motivate da solide e inoppugnabili, anche se differenti, ragioni di necessità. E, altrettanto costantemente, hanno incontrato seri ostacoli; tuttavia, in una prospettiva più allungata, sono poi diventate un fattore di integrazione, novità, e benessere per tutti. Dopo la Seconda guerra mondiale, l?Occidente ha conosciuto un lungo periodo di pace. In realtà, le guerre non sono mai cessate, ma erano lontane, anche se tragicamente vere: e molto spesso erano indotte da interessi economici e politici occidentali ed ora, tutto questo groviglio negativo in qualche modo ci sta tornando indietro. Da qui nasce la necessità di capire con maggiore lucidità questi fenomeni, riconoscerne le reali radici e, soprattutto, guardare in faccia la realtà. Le persone, che con i loro drammi, quotidianamente inquietano la nostra coscienza, sfidano davvero la morte per pensare a un possibile futuro e lasciano tutto - casa, beni, affetti, il proprio ambiente culturale e religioso- per poter sperare in una prospettiva di vita. Si tratta certamente di temi complessi, sfaccettati, non privi di ambiguità e di rischi: tuttavia, questa è la realtà che ci interpella da tanti punti di vista, e rispetto alla quale il mondo occidentale non può certo dirsi innocente. Si proverà allora a guardare tutto ciò ponendosi da due prospettive che solo apparentemente possono apparire diverse: quella della migrazione e quella della ?diversità?. In realtà, come vedremo, si tratta soltanto di due diversi modi di declinare una gran brutta cosa: la paura.Sarà un percorso per tappe che si avvarrà di strumenti di comunicazione e di linguaggi diversi, che richiederanno la partecipazione attiva degli studenti, nonché una frequenza obbligatoria per l?erogazione dei 3 CFU previsti per i laboratori.

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