14 febbraio
I domenica di Quaresima   versione testuale

Egli mi invocherà e io lo esaudirò;
gli darò salvezza e gloria,
lo sazierò con una lunga vita.
Antifona d’ingresso (Sal 90,15-16)
 
Un combattimento vigoroso
L’antifona d’ingresso – suggestione per il canto che apre la celebrazione e spunto che offre il tono del rito – invita la comunità che celebra ad assumere un tono fiducioso. La Quaresima non è un tempo dai colori smorti e di lutto, quanto una pratica vitale di purificazione. Il salmo parla di sazietà, di salvezza e gloria per chi invoca Dio: Egli, il misericordioso intende esaudire la preghiera. Il processo virtuoso, avviato dalla grazia di Dio parte dalla disponibilità a lasciarsi salvare, a non vivere come se fossimo divini, esseri in grado darsi la salvezza. La misericordia è prima di tutto dono ricevuto da chi si riconosce limitato, indigente, bisognoso.
 
Forti contro la tentazione, come il Cristo
La prima domenica di Quaresima è sempre dedicata alla celebrazione del mistero delle tentazioni di Gesù nel deserto. Il prefazio proprio invita la comunità orante a rendere lode al Padre dei quaranta giorni di prova vissuti dal Cristo, atto che fu l’inizio del sacramento quaresimale che iniziamo:
 
Egli consacrò l'istituzione del tempo penitenziale
con il digiuno di quaranta giorni,
e vincendo le insidie dell'antico tentatore
ci insegnò a dominare le seduzioni del peccato,
perché celebrando con spirito rinnovato il mistero pasquale
possiamo giungere alla Pasqua eterna.
 
Le risposte di Gesù al diavolo sono segno di misericordia: forte contro la tentazione, Egli può essere segno di speranza per chi lo segue. Nel tempo del Giubileo, per vivere la misericordia è necessario prepararsi alla tentazione, invocare fortezza per combatterla con lo Spirito.
Tutto il corpo delle orazioni maggiori del giorno presenta il Tempo forte quaresimale come un reale sacramento di conversione. La simbologia è resa in modo efficace: la dura prova della libertà rende necessario l’allenamento, la forza ed il nutrimento indispensabile.
 
La forza della sobrietà
Suggeriamo di seguito alcune possibilità offerte dal Messale per caratterizzare questa celebrazione. Non è indispensabile adottarle tutte; troppe monizioni, pur brevi, frammenterebbero l’azione liturgica. Si prepari la celebrazione valutando nel contesto locale quale sia l’equilibrio adatto tra ricchezza simbolica e sobrietà quaresimale.
Esempio di monizione iniziale:
Vivere la misericordia significa essere messi inevitabilmente alla prova. Per vincere la tentazione della sazietà, del potere e della superbia delirante di onnipotenza, Gesù si fa forte dell’amore umile del Padre. Intraprendiamo con Lui questo cammino nel deserto della Quaresima, per ricevere la forza della misericordia divina. Accogliamo il celebrante con il canto…
 
Il riconoscimento umile, l’atto penitenziale
Proprio perché di un cammino vigoroso si tratta, pare molto opportuno che la comunità sia aiutata nella celebrazione a vivere l’atto penitenziale senza automatismi scontati. Per questo si suggerisce l’adozione a partire da questa domenica e per tutte le domeniche di Quaresima della seconda forma (MR p. 296), alla quale oggi dedicheremo una particolare monizione, poi superflua per le domeniche successive.
Esempio di monizione:
La Chiesa sospende in Quaresima il canto del Gloria, perché abbia più spazio la richiesta di perdono. Adottiamo per queste settimane una formula prevista dal Messale, ma meno utilizzata. La facciamo precedere da un silenzio più prolungato, nel quale apriamo la nostra fragilità e il nostro peccato alla misericordia di Dio.
 
All’inizio di questa celebrazione eucaristica,
chiediamo la conversione del cuore,
fonte di riconciliazione e di comunione con Dio e con i fratelli.
 
Si fa una breve pausa di silenzio.
Poi il sacerdote dice:
Pietà di noi, Signore.
 
Il popolo risponde:
Contro di te abbiamo peccato.
 
Il sacerdote prosegue:
Mostraci, Signore, la tua misericordia.
 
Il popolo risponde:
E donaci la tua salvezza.
 
Segue l’assoluzione del sacerdote, come di consueto.
 
Un linguaggio catecumenale
Per il tempo quaresimale – caratterizzato da un forte richiamo al catecumenato – si suggerisce di proclamare la professione di fede utilizzando il simbolo detto “degli Apostoli” (p. 306). Così suggerisce la rubrica: Ad utilità dei fedeli, in luogo del simbolo niceno-costantinopolitano, la professione di fede si può fare, specialmente nel Tempo di Quaresima e nel Tempo di Pasqua, con il seguente simbolo detto «degli Apostoli».

Esempio di monizione:
La Parola che abbiamo accolto ci chiama ad una risposta vitale. Nel tempo di Quaresima, sorto anticamente come ultima preparazione per chi veniva battezzato a Pasqua, anche noi rinnoviamo il nostro battesimo proclamando il credo apostolico, forma più breve e antica del cuore credente dei fedeli.
 
Invito all’elemosina
Le opere di misericordia corporale e spirituale, a cui Papa Francesco fa esplicito riferimento nel messaggio per la Quaresima 2016, ci richiamano alla concretezza della conversione (la “degna condotta di vita” della Colletta). Si suggerisce – anche in questo caso per tutta la Quaresima – di introdurre in modo brevissimo il senso della raccolta delle offerte nella S. Messa.
A nome di tutta la Chiesa, chiamata a una mensa più sobria, anche noi portiamo all’altare i primi frutti del nostro digiuno perché siano di sostegno alla comunità e siano anche distribuiti ai poveri, persone particolarmente amate da Dio.
Pare opportuno in merito richiamare il valore del gesto di preparare la mensa eucaristica in questo momento. Se essa è infatti già pronta dall’inizio, la successione delle due tavole (Parola e Eucaristia) ne risulta depotenziata (cfr. OGMR 79).

Avvisi
Anche oggi, tra gli avvisi annunciati successivamente all'orazione dopo la comunione, si potrebbe richiamare l’occasione di iniziare un tempo di penitenza giubilare anche con il sacramento della Riconciliazione.