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Evviva i mass media se sappiamo pure spegnerli    versione testuale

di Vincenzo Grienti

Spegnete i computer e cominciate a vivere: è il consiglio che a sorpresa Eric Schimidt, amministratore delegato di Google, ha dato agli studenti dell’Università della Pennsylvania, riuniti qualche giorno fa per il consueto appuntamento della cerimonia delle lauree. Il capo del colosso californiano ha esortato a gustare di più la vita reale lasciando da parte quella virtuale: « Spegnete i cellulari, i computer, per guardare la gente che vi circonda e decidere che gli esseri umani sono la cosa più importante nella vita » ( Ansa del 19 maggio 2009) ha spiegato Schimidt. In una sola formula le dichiarazioni dell’Ad di Google potrebbero essere declinate così: meno computer e più vita reale in un momento in cui il social networking sta spopolando e oltre 200 milioni di persone nel mondo sono iscritti a Facebook, tra i più famosi social network.

« Il nostro obiettivo è tenervi sempre più attaccati, ma siete voi che sapete dov’è l’interruttore per spegnere » , ha affermato il manager. Si potrebbe pensare a un dietrofront rispetto alla mission dell’industria del web, ossia di incitare gli utenti a rimanere « sempre connessi » ? No, forse un tentativo di ri­focalizzazione dei valori autentici. Le parole del manager di Google, infatti, mettono al centro la persona umana in un momento storico in cui i media elettrici stanno facendo dibattere sul rapporto tra virtuale e reale. Davanti a ciò Schimidt ha scelto la vita reale: « Niente batte la felicità di tener per mano un nipotino quando fa i primi passi » , ha sottolineato. Parole che fanno riflettere sulla soglia della 43 ª Giornata mondiale delle comunicazioni sociali in cui Benedetto XVI invita a « promuovere una cultura del rispetto, del dialogo, dell’amicizia ».

Entrare nella nuova mentalità del web resta importante, non per essere inghiottiti dall’ipertecnologia, come accade del resto agli entusiasti di Internet, ma solo per elaborare un discernimento sia nei confronti degli entusiasti, sia nei confronti dei critici catastrofisti. Le dichiarazioni di Eric Schmidt, soprattutto perché pronunciate in un contesto come l’università, luogo di formazione ed educazione, rivestono un significato importante: anche in questo ambiente virtuale non bisogna dimenticare l’esistenza di una ' emergenza educativa' che invita le famiglie e gli educatori ad essere preparati, ad arrivare prima che la velocità degli strumenti prenda il sopravvento sull’uomo.
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