Spegnete i computer e cominciate a vivere: è il consiglio che a sorpresa Eric Schimidt, amministratore delegato di Google, ha dato agli studenti dell’Università della Pennsylvania, riuniti qualche giorno fa per il consueto appuntamento della cerimonia delle lauree. Il capo del colosso californiano ha esortato a gustare di più la vita reale lasciando da parte quella virtuale..
Il messaggio di Benedetto XVI per la recente Giornata mondiale delle comunicazioni sociali ha avuto un forte impatto. In esso il Papa si è rivolto soprattutto ai giovani - anche attraverso i nuovi strumenti: Youtube, www.pope2you.net - per invitarli, come "nativi digitali" a creare nel ciberspazio una cultura di rispetto, di dialogo, d'amicizia. La visione fiduciosa e positiva del Papa interpella tutti i cattolici affinché entrino in questo nuovo territorio "virtuale" che accomuna persone reali, in carne e ossa, che stabiliscono vincoli in modo nuovo attraverso la tecnologia digitale.
La Pontificia Università Lateranense ha ospitato giovedì 23 aprile 2009 il convegno di studi Nuove tecnologie, nuove relazioni. Promuovere una cultura di rispetto, di dialogo, di amicizia.
È dedicato alla “generazione digitale” il messaggio di Benedetto XVI per la 43ª Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, che si celebrerà il prossimo 24 maggio e ha per tema “Nuove tecnologie, nuove relazioni. Promuovere una cultura di rispetto, di dialogo, di amicizia”.
Le parrocchie sono presenti su internet e crescono sempre di più. Emerge da una indagine che è stata presentata il 20 gennaio 2009 nel corso del convegno nazionale “Chiesa in rete 2.0” promosso dall’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali e dal Servizio informatico della Cei.
“Nella prospettiva antropologica delle relazioni il mondo del web ci impegna a riflettere tra immediatezza e mediazione” ha detto il vescovo Mariano Crociata salutando gli oltre duecento convegnisti riuniti a Roma per il convegno “Chiesa in rete 2.0” promosso dall’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali e dal Servizio informatico della Cei. Davanti a Internet e alla nuove tecnologie la Chiesa “ha assunto un impegno diretto ed ha accompagnato questo cammino”.
"Trasformare il semplice contatto in una forma di vera partecipazione e promuovere per questa via una partecipazione buona”. È questa “la sfida che la Chiesa in Rete oggi deve far propria". È quanto ha affermato questa mattina Adriano Fabris, docente di filosofia morale dell’Università di Pisa, intervenendo al convegno promosso dall’Ufficio per le comunicazioni sociali e dal Servizio informatico della Cei, su "Chiesa in rete 2.0".
La “nuova tecnologia” è una “risorsa ambivalente” nella costruzione dei rapporti sociali. Ne è convinto Giuseppe Mazza, docente di teologia fondamentale e di comunicazioni sociali alla Pontificia Università Gregoriana, intervenuto oggi a Roma al convegno “Chiesa in rete 2.0” promosso dall’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali e dal Servizio informatico della Cei.
Etica e Internet, un binomio interessante da approfondire che sarà tra i temi che verranno toccati nel prossimo convegno “Chiesa in rete 2.0” promosso dall’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali e il Servizio informatico della CEI il 19 e 20 gennaio prossimo. Sul tema “Diocesi e web: presenza istituzionale ed etica della partecipazione” interverrà Adriano Fabris, docente di filosofia morale presso l’Università di Pisa, al quale abbiamo rivolto qualche domanda.
“Questione antropologica e nuove tecnologie” è il titolo della relazione che il professore Giuseppe Mazza, docente di Teologia fondamentale e comunicazioni sociali della Pontificia università gregoriana, terrà al prossimo convegno “Chiesa in rete 2.0”
Nell’era del Web 2.0 cambia il rapporto utente-internet, persona-personal computer. Non pochi si chiedono quale sia la caratteristica più importante di questo cambiamento rispetto a quindici anni fa, cioè quando Internet ha avuto il suo momento di diffusione popolare?
Cambia il volto di Internet e con esso anche il modus operandi degli animatori della comunicazione e della cultura. Se il Web 2.0 indica una fase evolutiva di Internet, anche chi promuove la ' buona stampa' come l’animatore della comunicazione e della cultura deve essere attento al cambiamento dei processi culturali e comunicativi.
Web 2.0 è solo un’etichetta oppure è una nuova attitudine della Rete dove la centralità della persona-utente deve essere sempre posta al centro di tutto?
Immagini, parole, flussi di informazione sempre più mobili. Nel senso che viaggiano con noi, nelle nostre tasche in cellulari che assommano in sé le funzioni di computer, radio, televisione, giornali, libri, “giradischi”. Ma sono sempre i pensieri, quelli dei grandi classici delle filosofia, a essere sempre d’attualità.