Con il D.P.R. 92 del 17/01/1991, che ratificava l’Intesa fra il Ministro dell’Interno e il Presidente della Conferenza Episcopale Italiana (CEI), ebbe inizio questa nuova esperienza pastorale. Già dai primi incontri dei Cappellani si evidenziò la necessità di formulare quanto prima una linea che chiarisse l’identità e lo statuto metodologico di questo servizio, così peculiare per il suo contesto istituzionale, civile ed ecclesiale.
Dopo un laborioso itinerario propedeutico, fatto con varie esperienze formative e sperimentazioni pastorali occasionali, si è optato per la scelta di un progetto pastorale unitario che permettesse ai Cappellani ed ai Poliziotti di programmare le varie attività religiose in comunione con gli orientamenti pastorali della Chiesa italiana; di essere in sintonia e sinergia con le aspettative istituzionali del Dipartimento di Pubblica Sicurezza; di esprimere una collegialità di intenti tra gli stessi Cappellani, specie nell’attuale fase di progressiva immissione del Cappellano in tutte le Questure italiane.
È un auspicio, ma anche un invito al personale della Polizia di Stato affinché possa fruire, in piena libertà di coscienza, dell’assistenza spirituale e collaborare con i propri Cappellani per migliorare alcuni obiettivi pastorali, con lo stesso spirito che Giovanni Paolo II ebbe ad indicare a tutti i cristiani fin dagli inizi del suo Pontificato: “Non abbiate paura, aprite le porte a Cristo”.
Mons. Giuseppe Saia Cappellano
Coordinatore Nazionale