21 febbraio
II domenica di Quaresima   versione testuale

Ricorda, Signore, il tuo amore e la tua bontà,
le tue misericordie che sono da sempre.
Non trionfino su di noi i nostri nemici;
libera il tuo popolo, Signore,
da tutte le sue angosce.
Antifona d’ingresso (cf. Sal 24,6.2.22)

 
Salvezza dalle angosce
Il percorso quaresimale è sempre scandito dalla celebrazione del mistero della Trasfigurazione, nella seconda domenica. Nel percorso dell’anno C, il lezionario guida la comunità a rileggere nella prima lettura il culto gradito a Dio. Dio promette e rassicura Abramo, nel suo vissuto drammatico mentre offre il sacrificio di alleanza – a cui fa eco anche la citazione delle “angosce” del salmista, in una delle due antifone d’ingresso proposte. Questo elemento può certamente risuonare nella preghiera domenicale, ma l’eucologia prevista è decisamente “catturata” dalla trasfigurazione del Cristo.

La Trasfigurazione, mistero di misericordia
La Colletta chiede per noi, che celebriamo oggi, l’obbedienza alla voce di Dio risuonata sul Tabor - “Ascoltatelo!” - insieme alla purificazione per poter godere della visione gloriosa. L’assemblea liturgica è quindi misteriosamente convocata sul monte della trasfigurazione, perché riceva il dono, fatto al Figlio e ai discepoli, di poter intuire il senso del sacrificio. Il percorso di santificazione quaresimale, volto alla Pasqua, è citato nell’orazione sulle offerte. Il prefazio risuona dello stesso mistero, in cui diciamo grazie al Padre, perché la trasfigurazione ha indicato ai discepoli che “solo attraverso la passione possiamo giungere al trionfo della risurrezione”. L’anticipo dei beni futuri che permette a noi di continuare il pellegrinaggio sulla terra è il motivo per il quale, dopo la Comunione, preghiamo rendendo fervide grazie.

La liturgia, rinnovo del mistero oggi
Si coglie dunque il sapiente apparato teologico che tiene insieme i testi, che parte dalla memoria del mistero per aprirsi alla gratitudine. Le tenebre e il sacrificio possono turbare il cuore, ma riceviamo la forza del cammino dalla misericordia del Padre che rassicura il Figlio, i discepoli e noi. Le monizioni siano scritte a partire da questa ricca offerta.

La Croce e la Parola
Si suggerisce di valorizzare i segni liturgici della croce astile e dell’Evangeliario. Il senso della processione aperta dal ministro che reca la croce astile è la ripetizione della sequeladi coloro che credono nel Crocifisso risorto.
In processione si rechi anche il libro della Parola, l’Evangeliario – mai il Lezionario – che ripete in liturgia il comando del Padre: “Questi è il Figlio mio, l'eletto; ascoltatelo!”.
 
Esempio di monizione prima del canto d’inizio:                 
Il giubileo straordinario della Misericordia ci aiuta a rileggere la salvezza in Gesù come atto di tenerezza del Padre, per il Figlio e per tutti. Il mistero della Trasfigurazione, sempre proposto nella seconda domenica di Quaresima nutre il nostro cammino verso la Gloria. La Croce e la Parola guidano il nostro percorso.
 
Una Quaresima penitenziale e catecumenale
Come già detto, per tutto il tempo quaresimale si suggerisce l’adozione per l’atto penitenziale – almeno nelle domeniche – della seconda forma (MR p. 296); si consiglia di proclamare la professione di fede utilizzando il simbolo detto “degli Apostoli” (p. 306) per mantenere esplicito il carattere catecumenale del percorso. Si offra una breve monizione che ricordi il motivo di tale scelta:
Il cammino quaresimale ci aiuta a rendere vitale il dono del battesimo. Rinnoviamo la fede con la formula più antica del Credo, utilizzata un tempo per il cammino dei catecumeni.
 
Anche oggi, tra gli avvisi sobriamente annunciati successivamente all'orazione dopo la comunione, si potrebbe richiamare l’occasione di iniziare un tempo di penitenza anche con il sacramento della Riconciliazione.