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 Ufficio Catechistico Nazionale - Settori UCN - Apostolato Biblico - Convegni Nazionali - Anno 1998 - VII Convegno nazionale dell'Apostolato Biblico 
Anno 1998 - VII Convegno nazionale dell'Apostolato Biblico   versione testuale

Relazione Fondante
Prof. Giordano Frosini
docente della Facoltà Teologia dell’Italia Centrale di Firenze
 
 
BIBBIA E CATECHESI AL SERVIZIO DELL’UNICA PAROLA DI DIO.
LE RAGIONI TEOLOGICHE FONDANTI ALLA LUCE DELLA DEI VERBUM
E DELLA TEOLOGIA DELLA RIVELAZIONE.
RILEVANZA PASTORALE
 
 
 
 
1. La Rivelazione evento interpersonale
 
“La rivelazione o parola di Dio all’umanità è la prima realtà cristiana: il primo fatto, il primo mistero, la prima categoria… Il mistero primordiale, quello che ci comunica tutti gli antri, perché è la manifestazione del disegno di salvezza che Dio meditava da tutta l’eternità e ha realizzato in Gesù Cristo…E tuttavia questa realtà è ancora troppo poco studiata’’ (R. Latourelle, Teologia della rivelazione. Mistero dell’epifania di Dio, Cittadella, Assisi 1996, p. 5s.).
La DV al n.2 la presenta con parole solenni per quanto riguarda il fatto e le modalità del fatto: “Piacque a Dio nella sua bontà e sapienza rivelare se stesso e manifestare il mistero della sua volontà, mediante il quale gli uomini per mezzo di Cristo, Verbo fatto carne, nello Spirito Santo hanno accesso al Padre e sono resi partecipi della divina natura. Con questa rivelazione infatti Dio invisibile nel suo grande amore parla agli uomini come ad amici e si intrattiene con essi, per invitarli e ammetterli alla comunione con sé. Questa economia della rivelazione avviene con eventi e parole intimamente connessi, in modo che le opere, compiute da Dio nella storia della salvezza, manifestano e rafforzano la dottrina e le realtà significate delle parole, e le parole dichiarano le opere e chiariscono il mistero in esse contenuto”.
La particolarità più rilevante è quella concernente la natura stessa della rilevazione: questa non è più concepita come la comunicazione della vita divina che, alla resa dei conti, si identifica con la stessa persona di Gesù Cristo. Non è soltanto un discorso rivolto all’intelletto dell’uditore, ma un azione complessa attraverso la quale gli uomini sono invitati e ammessi alla comunione con Dio. Non si nega che la rivelazione contenga una proclamazione di verità, ma questa non è certamente l’unico aspetto e nemmeno il principale. Il passaggio dallo Schema primo allo Schema definitivo è sufficientemente rivelativo a questo riguardo. La rivelazione si dice, “avviene con eventi e parole” intimamente connessi, in modo che le opere, compiute da Dio nella storia della salvezza, manifestano e rafforzano la dottrina e le realtà significate dalle parole, e le parole dichiarano le opere e chiariscono il mistero in esse contenuto”. I biblisti mettono in evidenza lo spessore semantico del dabar ebraico che, oltre all’aspetto intellettuale, include anche una dimensione dinamica e personalistica sconosciuta al logos greco.
 
ra le varie modalità di formazione permanente che si stanno diffondendo in Italia, sta affermandosi in modo sempre più deciso quella che si realizza attraverso l’accostamento diretto alla Bibbia. In questa riscoperta della parola di Dio scritta hanno avuto un’inci-denza determinante sia le ripetute autorevoli affermazioni del Magistero ecclesiale, da quelle del Concilio (cf. DV 21), a quelle più recenti del Magistero Pontificio, a quelle dell’Episcopato Italiano, sia l’opera di promozione dell’apostolato biblico svolta dai biblisti, dalle riviste bibliche, dall’Ufficio Catechistico Nazionale e da molti Uffici Catechistici Diocesani, mediante gli appositi Settori di Apostolato Biblico.
 
Ma nella riscoperta della Bibbia ha avuto una notevole incidenza anche una nuova sensibilità diffusa tra i laici cristiani. Già il sondaggio del 1989 sulle varie esperienze di catechesi degli adulti presenti in Italia aveva rilevato che gli adulti – dopo un triennio di catechesi svolta con il catechismo “Signore, da chi andremo?” – preferivano ritornare a una catechesi più biblica, per cogliere nella Bibbia le tappe fondamentali della storia della salvezza, o per approfondire con essa i “misteri” celebrati nel corso dell’anno liturgico, o per fare un percorso di formazione guidato dalle letture bibliche della liturgia domenicale. Questa preferenza per il testo biblico era determinata dal bisogno degli adulti di:
- cogliere il messaggio cristiano nei suoi fondamenti biblici e nella sua dimensione storico salvifica, piuttosto che nella riformulazione sistematica fatta dai teologi;
- riscoprire il messaggio salvifico come una storia da narrare, al centro della quale c’è una Persona, Gesù Cristo morto e risorto, piuttosto che una serie di verità da dimostrare;
- interpretare la propria vita all’interno della storia della salvezza; si sa che è più facile correlare la vita quotidiana con la parola di Dio scritta (che narra la storia di Dio con noi), che con una riflessione teologica.