Il Catecumenato componente del rinnovamento ecclesiale
Si può dire che il
cristianesimo si è sviluppato per via di catecumenato, non per nulla riconosciuto come una delle espressioni maggiori della creatività pedagogica missionaria della Chiesa, restando sempre tipico segno della sua crescita ed espansione, a opera dello Spirito Santo e della genialità pastorale. Se oggi esso richiede di essere esplicitamente assunto, ciò non è da intendersi primariamente come risposta a una crisi incombente, quanto piuttosto perché il Signore continua il suo lavoro di semina del Regno.
Il catecumenato è un dono di nuova fecondità, un
dono che impegna e vuole larghezza di energie, per poter corrispondere alla dinamica che ritroviamo negli albori stessi della Chiesa: passione della fede nel Signore Gesù, testimonianza aperta, ardore missionario, creatività e costanza.
La coscienza dei tempi, che richiede di “comunicare il Vangelo in un modo che cambia”, viene in certo modo a profilare quella che possiamo chiamare
la seconda fase del rinnovamento conciliare nelle nostre comunità in ordine all’annuncio della fede. Se la prima fase va certamente vista nel progetto catechistico, la seconda possiamo vederla nel progetto catecumenale, o più globalmente nel
progetto di iniziazione, efficacemente espressa nella affermazione: “Al centro del rinnovamento ecclesiale va collocata la scelta di configurare la pastorale secondo il modello dell’iniziazione cristiana” (CVMC, 59). Conosciamo al proposito le determinazioni operative raccolte nelle tre
Note sull’iniziazione cristiana del Consiglio permanente, la
Nota sul primo annuncio e quella su
Il volto missionario delle parrocchie in un mondo che cambia.
Il Catecumenato in Italia
La presenza del catecumenato è ormai una componente abituale nelle nostre diocesi, con significative celebrazioni nella Veglia di Pasqua e curati itinerari seguiti da generosi accompagnatori, con domande di battesimo da parte di adulti in ogni Regione italiana. Molte diocesi si sono dotate di un apposito Servizio diocesano per il catecumenato, altre hanno affidato la cura agli UCD o ULD, secondo le indicazioni della Nota del 1997.
Le Note del Consiglio Episcopale Permanente hanno ufficializzato la costituzione del Servizio Nazionale del catecumenato come settore di lavoro presso l’Ufficio Catechistico Nazionale ed hanno descritto i compiti propri del Servizio Diocesano per il catecumenato.
Al
Servizio nazionale per il catecumenato è affidato il compito di predisporre sussidi per attuare in modo facile e ricco gli itinerari di fede e di approfondire, mediante Seminari nazionali, le diverse tematiche catecumenali, inerenti al cammino degli adulti verso la fede, in specie provenienti dalla migrazione. Tale compito è svolto con la collaborazione di un Gruppo nazionale di studio.
Il
Servizio Diocesano per il catecumenato sostiene l’attuazione della responsabilità diretta del Vescovo nell’iniziazione cristiana nella propria Chiesa. E’ un organismo formato da sacerdoti, religiosi e laici, con la finalità di sensibilizzare, promuovere e coordinare nella diocesi idonei itinerari di iniziazione cristiana. Esso, costituito dove se ne rileva la necessità, opera in stretta collaborazione con l’Ufficio catechistico, l’Ufficio liturgico e altri Uffici diocesani.
Canali di informazione e di analisi
Per conoscere lo sviluppo della pastorale catecumenale nelle diocesi italiane, il Servizio Nazionale tiene un costante contatto con tutti i responsabili diocesani per avere dati sempre aggiornati sulla presenza e consistenza della domanda dei sacramenti dell’Iniziazione Cristiana da parte di adulti. Questo monitoraggio permette di conoscere il numero delle Diocesi ove si attua la pastorale del catecumenato, il numero degli adulti divenuti cristiani, la loro provenienza, e molti altri dati, che costituiscono una periodica informazione.
Con scadenza annuale il Servizio Nazionale promuove un seminario di studio, abitualmente in settembre, per la conoscenza dei documenti sul catecumenato o per affrontare le problematiche che si presentano di particolare attualità.
Lo spirito pastorale del catecumenato
Lo sviluppo della pastorale catecumenale richiede due attenzioni particolari: la fedeltà alla
lex orandi e la fedeltà alla
lex vivendi. E’ una pedagogia della fede vissuta nella Chiesa e attenta alla domanda del cuore dell’uomo.
Con il RICA la Chiesa si è preparata profeticamente per affrontare la trasmissione della fede oggi. Si comprende meglio l’affermazione della premessa del RICA, che «l’itinerario, graduale e progressivo, di evangelizzazione, iniziazione, catechesi e mistagogia è presentato con valore di forma tipica per la formazione cristiana»; e l’auspicio che esso diventi «una feconda sorgente ispiratrice di iniziative di evangelizzazione, di catechesi e di esperienza comunitarie».
La Nota pastorale “Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia” (2001) indica che al centro del rinnovamento “va collocata la scelta di configurare la pastorale secondo
il modello della iniziazione cristiana, che – intessendo tra loro testimonianza e annuncio, itinerario catecumenale, sostegno permanente della fede mediante la catechesi, vita sacramentale, mistagogia e testimonianza della carità – permette di dare unità alla vita della comunità e di aprirsi alle diverse situazioni spirituali dei non credenti, degli indifferenti, di quanti si accostano o si riaccostano al Vangelo, di coloro che cercano alimento per il loro impegno cristiano” (n. 59).
L’impegno di annunziare il Vangelo della speranza agli uomini e alle donne di oggi, spesso travagliati dalla paura e dall’angoscia, disorientati dallo smarrimento e dall’insicurezza, è un servizio che i cristiani rendono a tutta l’umanità. Nella ricerca di una risposta ai problemi della vita si trovano coloro che domandano alla fede, il perché delle loro o altrui sofferenze, di una sciagura improvvisa, di un lutto, di una situazione familiare disastrata. La testimonianza di fede coerente e operosa di un credente, l’impegno per la giustizia e il rispetto della dignità di ogni persona umana, l’esperienza della carità di una famiglia, di un gruppo ecclesiale, di una comunità, dell’attività del volontariato, di un ambiente – scuola, università, lavoro, ospedale – permeato di ispirazione cristiana costituiscono un forte richiamo alla verità di Cristo.
Queste inedite situazioni interpellano le Chiese locali e richiedono nuove prospettive pastorali e cammini più incisivi, perché ogni percorso di vita e di fede costituisce una storia personale unica e irrepetibile.
Orientamenti
Gli orientamenti si possono riassumere nelle parole “
accompagnamento e accoglienza”.
Accompagnamento é doverosa preparazione degli accompagnatori adulti, quali non semplici espositori di una dottrina, ma credenti in dialogo con adulti aperti alla parola salvifica del Vangelo.
Accompagnamento significa avviare itinerari capaci di accogliere i molti catecumeni e vicinanza nei primi tempi vissuti nella comunità cristiana.
Accoglienza della Chiesa è il farsi “madre” di tutti coloro che hanno espresso segni di interesse per la parola del Vangelo: “li abbraccia come già suoi” (LG 2,14). Questa accoglienza e apertura del cuore e della casa, è espressa dalle parole che sant’Agostino indirizzava alla sua comunità perché fosse capace di accogliere i nuovi fratelli e donare il Vangelo. Coloro che si aprono alla parola di Cristo, “segnati dalla croce di Cristo” sulla fronte, anche se non si assidono attorno alla mensa, sono della nostra famiglia, sono della “casa di Cristo”.